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Bologna: a rischio anche il people mover

15 Giugno 2011
Reading Time: 2 mins read
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Bologna: a rischio anche il people mover
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A Bologna i progetti di mobilità non nascono sotto una buona stella. Così, dopo il Civis, anche il People Mover sembra essere a rischio. La colpa sarebbe dei cantieri dell’AV, prorogati al 2012, e in particolare quelli su via Carracci, che bloccano i lavori della navetta aeroporto-stazione, facendone lievitare i costi. Tanto da spingere il consorzio CCC, che ha ricevuto l’appalto per l’opera, ad appellarsi al Comune perché si rivalga chiede un risarcimento di 10 M€ a RFI: sarebbe questo il costo dei ritardi derivanti da noli e materiali perché i cantieri del PM sono già operativi. Sarebbero poi state evidenziate delle varianti sulle opere AV che costringerebbero a rivedere il tracciato stesso del PM con un ulteriore aggravio di costo. Sovraccosti che per essere assorbiti necessiterebbero (l’opera è in project-financing) di un allungamento della concessione oppure di un aumento del prezzo del biglietto, da 6,75€ a 7,20€. Dal Comune per il momento solo la conferma dell’apertura di un tavolo con RFI per scongiurare una catena di ricorsi simile a quella che ha stritolato il Civis. Il rischio è che l’opera resti al palo prima ancora di nascere, come è accaduto per il metrò e per il Civis. Il primo, non vedrà la luce, e inizia ora la difficile partita col Ministero per conservare e dirottare i fondi sul Servizio Ferroviario Metropolitano. Quanto al tram su gomma, giudicato “insicuro” dalla commissione sicurezza del ministero stesso, la partita è identica: non perdere i 109 M€ già erogati dal CIPE e usarli per nuovi filobus o per modificare i mezzi del Civis. E così è destinata a continuare l’anomalia di Bologna, unica tra le grandi città italiane (area urbana di 450 kmq con 555.270 ab, dato 2011) a non essere riuscita a mettere in piedi una proposta di trasporto a guida vincolata che sia sostenibile – tecnicamente e finanziariamente – sulla quale fondare l’assetto futuro della città e programmarne il rilancio in termini di competitività tra aree urbane. Forse concentrando le energie su un’unica proposta piuttosto che su una pletora di interventi (metrotranvia, tram su gomma, people-mover, ferrovia suburbana) avrebbe sicuramente facilitato le cose, affiancando meglio le esigenze trasportistiche con gli intenti pianificatori e le richieste dei cittadini: ma dagli errori non è mai tardi per imparare.

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