Il prossimo 15 settembre i presidenti delle Regioni in risposta agli enormi tagli dei finanziamenti al TPL attueranno una forma di protesta mai effettuata fin’ora: consegneranno al Governo i contratti firmati con Trenitalia e altre società per il trasporto pubblico su rotaia e su gomma. Vasco Errani, presidente delle Regioni italiane ha spiegato “Questo atto avrà un carattere simbolico ma anche sostanziale dal momento che, senza fondi, non sarà possibile far circolare autobus e treni locali, e ha un solo fine: quello di trovare i fondi per dare seguito ai contratti stipulati con le aziende di trasporto, che sono ovviamente contratti pluriennali”. Nel 2010 il finanziamento statale per il tpl è stato di 1714 milioni, nel 2011 di 977 milioni e sono previsti solo 400 milioni per il 2012. “La situazione, evidentemente drammatica, è destinata a peggiorare ancora di più nei prossimi anni ” ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. “Con queste risorse, pari a solo il 25% di quelle disponibili nel 2010, è infatti impossibile garantire i servizi ferroviari pendolari già oggi fortemente inadeguati. Tutti i contratti di servizio firmati nelle Regioni con Trenitalia e gli altri concessionari dovranno essere rivisti e occorrerà prevedere un drastico taglio dei collegamenti ferroviari, cancellando larga parte dei collegamenti ferroviari nelle città. Una prospettiva drammatica per gli oltre 2,7 milioni di italiani che ogni mattina usano il treno per spostarsi per motivi di lavoro e di studio. Serve dunque un intervento immediato, un Decreto Legge che introduca un’accisa di 3 centesimi per litro di benzina e gasolio al fine di coprire i tagli e soprattutto di dare certezze per il futuro, perché permetterebbe di generare un’entrata annua di circa 1,3 miliardi di euro. In una situazione come quella che stanno vivendo le casse pubbliche solo una soluzione di questo tipo, come le Regioni oltretutto chiedono da tempo, può infatti garantire certezze nelle disponibilità finanziarie per il trasporto ferroviario locale in modo da realizzare un miglioramento del servizio e gli investimenti necessari”. Purtroppo dubitiamo che il governo possa dare luogo a questa proposta, troppo sfavorevole per le aziende petrolifere che sono molto più influenti a Roma di quelle del TPL… Però quando si dice che non ci sono più soldi forse si dovrebbe chiedere “per chi?” perché se si tratta di investirli all’estero spesso questi si trovano e anche in abbondanza. Rimaniamo basiti quando leggiamo che il Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani ha dato entusiasticamente la disponibilità italiana ad appoggiare l’investimento, tramite la Sace, di ben 450 milioni di euro per la prima linea di metropolitana di Belgrado in Serbia, altri 500 euro saranno investiti dalla francese Cofas. Oltre alla Sace, l’operazione potrebbe coinvolgere anche Ghella per la realizzazione delle opere civili e la AnsaldoBreda per la parte che riguarda il materiale rotabile. Evidentemente l’interesse dei cittadini è sempre messo in secondo piano, in pochi ci guadagno e in molti ci perdono in qualità di vita e sviluppo economico che solo un trasporto pubblico moderno ed efficiente può dare.