La società “Roma Metropolitane” risponde alle recenti polemiche sull’aumento dei costi di costruzione della linea C: “In primo luogo si ribadisce che l’affermazione sui ‘costi quasi triplicati di questa importante arteria sotterranea’ non ha fondamento. L’unico incremento effettivo dei costi di investimento per la Linea C è quello che risulta dalla contabilità relativa alla tratta già in costruzione, da Monte Compatri/Pantano a San Giovanni. Rispetto ai costi di investimento stimati nel 1999, anno di redazione del progetto della Linea C da parte del Comune di Roma, la cifra allora stimata in € 1.720 milioni per la realizzazione della tratta suddetta è oggi divenuta pari € 1.830 milioni. Si ribadisce quindi, ancora una volta, che in 12 anni i costi di investimento della tratta stessa sono aumentati del 6,4%”.
“In secondo luogo, si torna a rappresentare che le ragioni di tali aumenti sono interamente giustificate, chiare, documentate e verificabili e si riferiscono alla nuova normativa regionale del 2007 sulle terre e rocce da scavo, che ha stabilito che le terre rinvenienti anche dallo scavo delle gallerie delle metropolitane vadano considerate come rifiuti speciali e quindi siano trattate con procedure di smaltimento molto complesse e molto onerose, comportando un maggior costo pari a € 55 milioni; ad alcuni ritrovamenti archeologici e alcune prescrizioni ordinate dalla competente Soprintendenza romana, che hanno comportato l’esecuzione di lavorazioni non previste dal progetto redatto nel 1999, determinando un maggior costo pari a € 53 milioni”.
Salvo sottolineare che la “nuova” normativa regionale sulle terre e rocce da scavo non ha introdotto alcun nuovo elemento, giacché l’Unione Europea aveva da tempo richiesto all’Italia di inserire il materiale di smarino tra i rifiuti – ma il Governo aveva lungamente disatteso questa richiesta, introducendo addirittura il neologismo di “materie prime di seconda lavorazione” – vediamo cosa ha detto la Corte dei Conti :
- l’indagine ha esaminato lo stato di avanzamento della costruzione e messa in esercizio della linea C della metropolitana di Roma, opera in progettazione dall’inizio degli anni 90, la cui fattibilità è al momento non priva di incognite, essendosi esaurite anzitempo le risorse per la realizzazione integrale ed essendo stato disatteso l’effettivo impegno della copertura finanziaria relativa all’intero tracciato fondamentale .
Fra le disfunzioni rilevate dalla Sezione si segnala:
- il mancato effetto acceleratorio auspicato dalle procedure introdotte dalla legge obiettivo e dalla deroga alle ordinarie competenze operate attraverso il ricorso a commissari straordinari, così come il ricorso al contraente generale, dal quale si attendevano anche costi fissi e qualità;
- il consistente aumento dell’onere finanziario, passato dagli iniziali 1.925 milioni stimati nella delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001, ai 2.683.701.277,74 euro, previsti dal quadro economico contrattuale riferito all’intera tratta fondamentale, comprensiva delle qualificanti opere integrative e compensative delle tratte centrali, che avrebbero dovuto caratterizzarne il tracciato come “metropolitana archeologica”, agli attuali 3.379.686.560 euro, nel quale non sono incluse tuttavia, le predette opere complementari;
- l’affidamento all’esterno di Roma Metropolitane (la Corte parla di “intuitu personae “) della direzione dei lavori e del collaudo, che mal si concilia con l’esistenza di una struttura specializzata, che trova nella costruzione delle metropolitane romane la sua ragion d’essere, anche in considerazione del fatto che si tratta di una società – che grava sul bilancio di Roma capitale – costituita da ingegneri e tecnici. Né, a compensare tale anomalia, può bastare il coordinamento e l’alta sorveglianza sugli interventi; affidamento degli incarichi di collaudo intuitu personae, senza alcuna forma di selezione o pubblicità, pur in presenza di compensi molto rilevanti.
Questa sintesi è tratta dalla relazione della seduta tenutasi il 16 febbraio per l’ “Inaugurazione anno giudiziario 2012” ed è consultabile nel testo disponibile a questo link La delibera della Corte sulla linea C è consultabile a questo link