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L'ARROGANZA ITALIANA E IL PRAGMATISMO SVIZZERO

30 Agosto 2016
Reading Time: 6 mins read
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L'ARROGANZA ITALIANA E IL PRAGMATISMO SVIZZERO
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NEL “BEL PAESE” SI PAGANO CAMBIALI PER L’ITALICA SPOCCHIA MENTRE GLI ALTRI VIVONO FELICI.

– Di Andrea Spinosa –

Un post di Ash Ilardi, mi ha suggerito l’ennesimo esempio di quanto siamo diventati schiavi della complessità. La fotografia di Ash è quella di un treno della Appenzeller Bahn, nelle strade di San Gallo. Sankt Gallen è la “capitale” della Svizzera orientale: comune di 75.400 abitati, è un’area urbana (con Will, Gossau, Herisau e Wittenbach) di 161.577 abitanti. La città è servita da 4 linee filoviarie per una rete di 22.6 km alimentata a 600 Vcc, che trasporta oltre 22 milioni di passeggeri all’anno (78 mila passeggeri per giorno feriale). Le due linee delle Appenzeller Bahnen, da Altstätten via Teufen e Trogen, niente più che ferrovie vicinali a binario unico, convergono verso stazione di San Gallo.

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Ferrovia in strada?
Il pragmatismo elvetico non si pone alcun problema: valorizza il sistema senza concentrarsi sulle definizioni. Un treno può andare in strada in tutta sicurezza senza necessità di SEGREGARE la linea: i passaggi a livello spariscono ma l’incrocio resta a raso e viene semaforizzato. Il treno entra in città come un tram senza che intervenga alcun ente terzo a richiedere certificazione di un sistema NON CANONICO. La linea aerea resta a 1.500 Vcc senza che nessuno adduca rischi per chissà cosa. Così una città tutto sommate di piccole dimensioni ha il 54% degli spostamenti (sull’area vasta) che si svolgono su mezzo pubblico elettrico. Un servizio di trasporto pubblico che ha i costi più bassi tra quelli monitorati dall’UITP. Come?
Applicando in maniera efficace delle tecnologie efficienti (filobus e treno).

E in Italia?
A BOLOGNA, che pure aveva una rete filoviaria ben sviluppata, sono stati spesi 240 milioni di euro negli ultimi 17 anni per (1) 49 tram a guida ottica, Civis; (2) convertire la rete da 600 a 750 Vcc perché lo richiede la norma (sic), compresi i 45 filobus esistenti (con un aumento del peso e 5 posti in meno per veicolo); (3) acquistare 49 Crealis filoviari Euro 6. Risultato? Da giugno il servizio filoviario è sospeso sino a data da destinarsi.

A GENOVA, la metropolitana resta confinata nel sottosuolo perché la norma (sic) non permette di uscire in strada. Così la metropolitana resta un piccolo sogno, al più si acquistano filobus en travestì (quest’anno va di moda vestirsi alla tranviaria) e un sistema che potrebbe (con una adeguata copertura territoriale) raggiungere i 200.000 passeggeri al giorno si ferma a malapena ad un quarto. Perché non serve al 70% degli abitanti (e Genova con Milano è la città in Italia dove più si usa il mezzo pubblico).

A ROMA si perde l’ultima ferrovia urbana (il trenino giallo) perché non è bella come il tram, perché non è veloce come la metropolitana, perché la norma (sic) ne impone la dismissione. Così si perdono opere del valore di 150 milioni, con valore di semina (investibile per futuri sviluppi) di 200 milioni, e si spendono 90 milioni per lo smantellamento e la riconversione. Totale : 350 milioni per avere lo stesso percorso e una capacità ridotta al 40%.

A NAPOLI ci si è ostinati – incaponiti, direi – a portare sottoterra il tram, realizzando una galleria in una zona fragilissima dal punto di vista idrogeologico con lavori lunghi e costosi. Quando sarà terminata la linea 6 sarà lunga 5.5 km, avrà una capacità di 15.200 passeggeri/ora (fonte ANM) e sarà costata 163 milioni al km. Quasi come la linea 1, che però ha una capacità di 40.000 posti/ora. Sarà un tram o una metropolitana? Gli Enti ancora si stanno lambiccando se e come farla uscire in esterno per raggiungere Bagnoli Futura (e una lunghezza dignitosa): dopo 50 di sistemi premetro (in Centro e Nordeuropa) ancora la decisione non è presa.

A L’AQUILA si pensava al Translohr: 120 milioni per un sistema completato al 70% che sarà dismesso per un eccessivo costo di esercizio. Se si fosse pensato ad un filobus si sarebbe speso la metà e l’aria del centro sarebbe stata un po’ più pulita. E L’Aquila è grande come San Gallo.

NON ABBIAMO SOLDI,
MA CI PIACE INGABBIARCI IN REGOLE RIGIDE.
Un treno deve essere segregato, sollevato, sotterrato, protetto a prescindere da che treno sia.
Un treno non è un tram.
Una metropolitana non può salire in strada.
Un filobus deve essere alimentato a 750 V.
Ce lo ordina l’Europa (sic).
Siamo poveri che si incaponiscono a fare cambiali per acquistare una Ferrari per andare a lavoro: ci inventiamo che esiste una norma che ci vieta di acquistare una utilitaria.
Solo che poi non abbiamo i soldi nemmeno per far uscire la Ferrari a fare il giro dell’isolato.
Così le altre città, che le loro utilitarie le sfruttano fino alla fine, fanno una vita niente male.
E ripartono.
Noi invece no.
No passiamo la nostra vita andando a piedi a lambiccarci sul come ripagare le cambiali della Ferrari che non useremo mai e del garage che abbiamo affittato per conservarla.

COSA CI CHIEDE (VERAMENTE) L’EUROPA: USATE LA TESTA!
PS: consiglio una passeggiata a San Gallo, per capire il significato di città a misura di cittadini.

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