Partiamo con il nuovo anno facendo il punto sullo stato del trasporto collettivo in sede propria in Italia.
Il trasporto in sede propria (TCSP) è un sottoinsieme del trasporto collettivo (sottinteso, di massa) che sta a indicare tutte le tecnologie caratterizzate dall’avere una sede riservata e protetta. Con l’unica eccezione delle tranvie storiche, che spesso hanno ampi tratti in promiscuo con la viabilità, parliamo di sistemi completamente separati dal resto della circolazione. Non essendo ancora operativi in Italia dei sistemi tipo BRT – ovvero Busvie ad Alto Livello di Servizio – parlando di TCSP si intendono tutte le tecnologie a via guidata: treni, metropolitane, tram, sistemi ettometrici.
Il rapporto è scaricabile, qui.
I dati sono riportati anche in formato editabile, qui.
Lo spazio di analisi è lo stesso dell’Outlook urbano 2015 ovvero quello delle città con oltre 150mila abitanti feriali nel proprio nucleo urbano (il cosiddetto ipercentro).
A livello metodologico, il viaggio medio che un utente svolge sistematicamente o no, sarà svolto probabilmente con uno o più mezzi. Definita la lunghezza media di uno spostamento regionale, metropolitano o urbano, il contributo modale del viaggio tipo per ciascuna tecnologia è dato dal rapporto della lunghezza del viaggio medio in quella tecnologia sul totale dello spostamento medio.
Ad esempio, per uno spostamento medio di 10 km, se il viaggio medio in tram è di 4,5 km allora ogni utente tranviario verrà conteggiato per un peso del 4,5 diviso 10, cioé il 45%. In questo caso 10.000 utenti giornalieri del tram varranno 4.500 utenti unici sul tram. Il resto non è conteggiato perché si tratta di utenza calcolata per altri sistemi di trasporto (in genere bus).
A livello nazionale, il trasporto continua ad essere esercitato con una visione orientata alla gomma: il 61% degli spostamenti si svolge in bus, mentre le ferrovie (regionali e suburbane) si fermano al 14%.
Nel sottoinsieme dei TCSP, i sistemi di metropolitana assorbono il 41% degli spostamenti, seguiti dalle ferrovie (regionali e suburbane) con il 35%; dal tram, 15%. Le ferrovie urbane si attestano al 6%, i sistemi ettometrici al 3%.
Pochissime le città in cui il trasporto pubblico supera la quota modale del 30% degli spostamenti, considerata la soglia psicologica minima per un servizio efficiente. L’obiettivo 2020 indicato dall’UITP è quella del 40%.
La media nazionale per il trasporto collettivo è del 20.2% degli spostamenti. A parte Venezia, in cui per ovvi motivi geografici l’automobile è relegata alla terraferma (e il trasporto pubblico raggiunge la quota tuttaltro che scontata del 66%), superano il 30%: Bologna (45%), Genova (44%), Milano (38%), Torino (34%). Poco sotto il 30% si collocano Perugia (27%), Roma (26%), Firenze (24%).
Nelle immagini seguenti, la produttività, città per città, dei sistemi urbani di TCSP.