Recentemente è stato firmato l’accordo di programma per il completamento del Servizio ferroviario metropolitano e la filoviarizzazione delle linee portanti del trasporto pubblico urbano bolognese. Le risorse previste sono 362 milioni di euro, di cui 225 milioni costituiti dai finanziamenti nazionali già stanziati per il progetto della metrotramvia, ora accantonato, 126 messi a disposizione complessivamente dagli enti territoriali regionali e quasi 11 milioni da parte di RFI.
L’accordo individua Tper come soggetto beneficiario del finanziamento statale e attuatore del progetto complessivo, per il quale è in corso di attivazione la Conferenza dei servizi indispensabile per la delibera del Cipe di ridestinazione dei fondi originariamente stanziati per la metrotranvia. Il progetto prevede un riassetto del sistema infrastrutturale del trasporto pubblico bolognese sia all’interno dell’area urbana che per quanto riguarda il collegamento di questa con l’area metropolitana, in particolare mettendo in sinergia le reti del trasporto ferroviario e filoviario, già in larga parte presenti nel territorio con l’obiettivo di creare un sistema integrato di mobilità pubblica gomma/ferro che promuova l’intermodalità, che attualmente si basa da un lato sull’integrazione tariffaria su base regionale avviata dal 2009 con il progetto “Mi muovo”, dall’altro lato sull’aggregazione e fusione tra le principali imprese pubbliche locali che gestiscono il trasporto su treno e autobus. Il Comune di Bologna ha scelto di ridestinare i finanziamenti statali già assegnati al progetto di metrotranvia per il permanere dei vincoli del Patto di stabilità, che impediscono di garantire l’investimento di 108 milioni di euro necessario a coprire la propria quota di cofinanziamento per il progetto della Linea 1 e per la successiva linea 2. I vincoli dati dal patto di stabilità sono un problema comune a tutte le grandi città e negli ultimi anni hanno impedito la realizzazione di infrastrutture che avrebbero potuto collaborare a migliorare l’efficienza e quindi la competitività del sistema paese. Una contraddizione all’italiana a cui si deve trovare al più presto una soluzione che, nel ambito di una doverosa diminuzione della spesa pubblica, possa agevolare la realizzazione delle infrastrutture vitali per rilanciare l’economia come quelle del trasporto pubblico locale.