Tra le tante critiche che sono piovute sul Civis, quella che possa essere “sismogenetico” potrebbe apparire un azzardo estivo. La denuncia mossa dal presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Enzo Boschi, riguarda i microtremori che il transito delle vetture potrebbero generare e i loro possibili effetti sulle strutture medioevali del centro storico di Bologna con particolare riferimento alla Garisenda e alla torre degli Asinelli. Una denuncia aprioristicamente enfatizzata dai media senza entrare nel merito della questione: se anche il traffico viario può rivelarsi deleterio sulle strutture antiche (affaticamento) è vero che per un mezzo pesante come il Civis basterebbe isolare la via di corsa con un materassino di materiale isolante per rompere la continuità tra materiali rigidi e quindi interrompere la trasmissione delle temute vibrazioni. Se è vero che indirizzare autobus e filobus in un centro medievale può originare stati di fatica sulle costruzioni adiacenti, è pur vero che basterebbe una buona progettazione della via di corsa a scongiurare ogni rischio. Ma la clamorosa news non è certo un fulmine a ciel sereno: se si può opinare sulla scelta di lasciare alle agenzie una questione tecnica così complessa, non si può negare che il Civis sia riuscito a catalizzare opinioni negative da tutti i fronti. Secondo il Sindacato degli autisti la cabina di guida – centrale e sporgente – offre una ridotta visibilità: si è parlato addirittura di un rifiuto ufficiale degli autisti a guidare le vetture. Il mezzo è pesante, con una tara superiore del 30% rispetto a un filobus tradizionale: ne conseguono consumi sensibilmente maggiori. Sempre per il peso i pneumatici si usurano più in fretta. Il quadro complessivo al di là delle polemiche campanilistiche non è positivo: il Civis costa quasi come un tram ma è sensibilmente meno performante di un filobus tradizionale. Al momento 10 vetture sono state consegnate al deposito Due Madonne di ATC, dei restanti 46 non si hanno notizie ufficiali. Ma all’estero, com’é andata? In Francia non bene: le 6 vetture di Clermont-Ferrand, con 20.000 km di percorrenza, sono ferme al deposito di Balsieges, Quartier du Luxembourg. Le 2 vetture di Rouen, con 15.000 km di percorrenza sono ferme presso il demolitore di Barjac, in rue des Ecoles. In Spagna la tecnologia dell’Optiguide è stata adattata al Cristallis: a Castellon-de-la-Plana operano 3 vetture in versione filoviaria del Civis, con cabina tradizionale. E poi c’é Las Vegas, dove invece il gestore (meno esigente in termini di prestazioni di quelli europei) appare soddisfatto. Per Bologna si è parlato di una sostituzione dei “musi” delle vetture in stile Cristallis, per ovviare ai problemi di visibilità manifestati dagli autisti: ma si tratterebbe di un ulteriore aggravio economico su un parco così numeroso (46 vetture). Con il CIPE che non ha dato alcun segnale di “sblocco” per la metrotranvia, la querelle del Civis conferma le difficoltà bolognesi nel dotarsi di un servizio pubblico a guida vincolata.