Un treno del Ferrocarriles Metropolitanos de Buenos Aires è deragliato presso la stazione Once de Septiembre causando almeno 49 morti e 600 feriti (cifre purtroppo provvisorie). Si tratta della seconda tragedia più grave di questo tipo mai avvenuta nel Paese. Come si può vedere dal video, il treno è entrato in stazione senza frenare, è stato calcolato viaggiasse a circa 26 km/h: nell’impatto con i respingenti alcuni vagoni sono penetrati dentro altri, per circa sei metri nel punto in cui ci sono state più vittime. Non si conosce al momento il numero esatto dei passeggeri che erano a bordo anche se da quanto riferito dai soccorritori sembra che le carrozze fossero sovraccariche. Molti feriti hanno riportato fratture multiple e abrasioni estese. La stazione, chiamata semplicemente Once, è delle 7 stazioni terminali della capitale argentina. È capolinea del servizio suburbano Once-Moreno, chiamata Línea Sarmiento: con 300 corse durante la settimana, 106 il sabato e 72 la domenica e i festivi è una delle più trafficate del sistema con quasi 210.000 viaggiatori al giorno. La rete ferroviaria argentina è formata da una serie di sottosistemi spesso isolati che convergono sulla capitale: la ferrovia Domingo Faustino Sarmiento è uno di questi e unisce Buenos Aires all’ovest del Paese passando per la provincia occidentale di Buenos Aires, La Pampa, Córdoba, San Luis e Mendoza. La rete del Trenes Metropolitanos de Buenos Aires utilizza la porzione di rete ferroviaria contenuta nella regione metropolitana di Baires: 7 linee che trasportano giornalmente circa 900.000 persone. Dopo la crisi finanziaria di fine anni Novanta il sistema di trasporto della capitale argentina è entrato letteralmente in burn-out, con un flusso giornaliero di circa 3,0 milioni di persone di cui 2,1 solo sulla rete metropolitana del subte. La gestione del servizio (non l’infrastruttura) è stata privatizzata all’inizio degli anni 90 ma questa scelta non ha premiato dal punto finanziario visto che il sistema continua ad andare avanti a fatica solo grazie a notevoli sussidi statali nè dal punto di vista degli investimenti per la sicurezza del segnalamento e per nuovi treni che per la maggior parte dei casi risalgono agli anni ’60 del secolo scorso.