Con una lunga notte insonne si è conclusa la 17ma Conferenza delle Parti sul Clima, a Durban in Sudafrica. 36 decisioni formali adottate sull’estensione di Kyoto (il cosiddetto, sulla roadmap per un accordo globale, sull’adattamento e sui finanziamenti per l’adattamento e la mitigazione nei paesi più poveri. È stato approvato un compromesso imperfetto, che integra anni di trattative: l’adozione di trattati politici di così ampio respiro è un processo fisiologicamente lungo e complesso e solo la smania di notizie dei media generici può etichettare come fallimento quello che è un altro passo in avanti per l’azione globale contro i cambiamenti climatici. Tra i punti più importanti: sono stati approvati gli elementi fondamentali del Fondo Climatico Verde (“Green Climate Fund”), e indicati i paesi nei quali verrà messo in opera entro il 2012; sempre nel 2012 diventerà operativo il Meccanismo Tecnologico per lo sviluppo e la condivisione di soluzioni tecnologiche per la mitigazione e l’adattamento; sono stati definiti i termini di riferimento per il Climate Technology Centre and Network e nel 2012 verrà selezionato il paese ospitante; sono state adottate nuove regole di conteggio degli assorbimenti ed emissioni di gas serra per le foreste nei paesi ricchi (“Land Use Land Use Change and Forestry”, o LULUCF). Questa è la decisione forse più importante di tutto il summit, perché il settore LULUCF (variazione d’uso dei suoli) rappresenta uno degli argomenti tecnicamente più’ complessi (ci si lavora da 4-5 anni) e controversi dell’intero negoziato. Decisione fondamentale affinché paesi come Australia e Nuova Zelanda possano partecipare al secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto.
I risultati della Conferenza sono tutti disponibili al sito http://unfccc.int/2860.php