Con un recente comunicato, Roma Metropolitane riporta una notizia sconcertante: “È stato rinvenuto nel corso di un’ispezione un grave danneggiamento della galleria Binario Pari della Linea C nel tratto compreso tra la stazione Parco di Centocelle e il pozzo intermedio 5.5, situato tra via Namusa e via Marcio Rutilio. Il tunnel è stato perforato da parte a parte, penetrando la solida struttura in cemento armato che costituisce i conci di rivestimento della galleria sia nella parte superiore che in quella inferiore della galleria stessa. Al momento la galleria è quindi attraversata in tutta la sua sezione da un tubo di circa 16 cm di diametro, inserito nel corso dello scavo di un pozzo artesiano eseguito dalla superficie, in un terreno adiacente a viale Palmiro Togliatti.”
La circostanza è senza dubbio singolare: scavo di un pozzo artesiano, in piena area urbana. Dalla notizia si desume che gli autori avrebbero avuto il tempo di forare non solo la calotta superiore (120 cm di spessore) ma anche quella inferiore, per poi fuggire lasciando la sonda in loco. Il tubo da 16 cm di diametro farebbe pensare a una sonda a percussione (l’unica in grado di bucare il calcestruzzo, e con fatica) da 6’’ 1/4 , cioè la più piccola della categoria (di 2’’ in avanti si arriva a diametri da 43’’, ovvero 1,1 m). Primo punto: perché utilizzare una sonda a percussione, quando i terreni intorno a via Palmiro Togliatti sono costituiti da depositi alluvionali, quindi si tratta al più di sabbie più o meno compatte? In quel punto l’estradosso della galleria giace a 7,6 m di profondità (linea a 14 m di profondità): sonde di questo tipo hanno una lunghezza di 3,5 m e un peso di 400 kg. Secondo punto: in un’area fortemente urbanizzata con palazzine di 4 piani almeno qualcuno avrà pur visto montare un castello per l’infilaggio di 4 pezzi da 4 metri e 400 kg di peso con tutte le attrezzature elettriche necessarie a bucare per due volte un diaframma di cemento da 120 cm (che richiede almeno un paio d’ore e tanta acqua per il raffreddamento della punta)? E poi perché spingersi addirittura a 16 m di profondità, per di più dopo aver percepito chiaramente un vuoto di 5 metri (la luce del tunnel) quando la falda in quell’area giace a 10 metri? Il tutto, poi, con una punta di spessore tanto esiguo per l’effetto finale ottenuto.
Misteri di cui si occuperà l’autorità giudiziaria. Intanto Roma Metropolitana chiude l’avviso con una coda che non lascia intendere nulla di buono: “Nel frattempo Roma Metropolitane – che svolge il ruolo di Alta Sorveglianza Tecnica e Amministrativa nella realizzazione della Linea C – e il Contraente Generale Metro CScpA stanno provvedendo a valutare i danni e sono impegnati a circoscrivere i possibili effetti dell’evento sulle opere già realizzate e sulle lavorazioni in corso, nella speranza che questa circostanza non abbia conseguenze sensibili sull’avanzamento delle opere.”