Ritardi su ritardi, siamo in Italia e purtroppo questa è la norma ma non riusciamo mai ad abituarci quando vediamo che per un motivo o l’altro tutto ciò che è in costruzione nel “bel paese” è cronicamente in ritardo. Ovviamente non è mai colpa di nessuno ma dei soldi che non ci sono, cascasse il mondo se qualcuno per una volta facesse una semplice ammissione: “scusate, abbiamo sbagliato i calcoli, colpa nostra”. Sia mai! Queste cose succedono in Giappone dove per molto meno si dimettono facendo pubbliche scuse con tanto d’inchino a 90 gradi. Ma noi dall’estero prendiamo solo le cose frivole e non quelle serie, più comodo così. E così giorno dopo giorno leggiamo che la prima tratta della linea M5 di Milano è in ritardo del ritardo e probabilmente sarà aperta non prima di novembre anche se nessuno più si azzarda a fare previsioni (parliamo del tempo che è meglio), troppe incognite.
Chissà se gli ispettori dell’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) troveranno qualche altra magagna o se riusciranno a trovare il tempo visto che come al solito i ritardi si sommano e alcuni di loro saranno a Genova per certificare anche la nuova tratta della metropolitana da De Ferrari a Brignole. Lunga 1,3 km è in costruzione da “solo” 7 anni, anche qui il ritardo è sterminato è l’inaugurazione dovrebbe (il condizionale è il verbo più usato per questo genere d’articoli) avvenire il prossimo ottobre. E poi c’è Brescia che è in costruzione da una decina d’anni ma in questo caso, unico nella storia d’Italia, la linea sarà aperta tutta insieme. I bresciani sono proprio strani. Visto che sembra incredibile, lo sarebbe ancora di più se la linea venisse aperta il 31 dicembre di quest’anno come da previsioni. Ovviamente la data era già stata posticipata in passato, quindi se tutto andrà bene, sarà una inaugurazione in perfetto ritardo. A Napoli la linea 1 e la 6 sono anch’esse in un normale ritardo decennale e si procede sempre con calma, sia mai che poi finiamo. Arrivare con la metro alla stazione in piazza Garibaldi è ancora una chimera e aprire le stazioni Toledo e Municipio (ora bypassate da un treno navetta che da Dante va all’università, se a voi sembra normale…) è qualcosa che avverrà ma non si sà quando, forse bisogna chiedere ad un indovino. Parlare della “metro” di Catania è come sparare sulla Croce Rossa, quindi ci asteniamo. E come non concludere con la linea C di Roma? la nostra preferita perché è il tipico esempio di come si fanno le cose in Italia (voi sapete come, non c’è bisogno di specificare). Ora è in pre-esercizio, quando vedremo i suoi treni driverless “cube” dal frontale perfettamente piatto (a voi piacciono?) in servizio? il Comune di Roma azzarda un generico “primi mesi del 2013”. Accidenti, se hanno ragione i Maya, tutta fatica per nulla…