La Procura di Parma ha aperto una inchiesta sul caso metropolitana di Parma che nonostante non sia poi stata fatta è costata 30milioni di euro. I filoni su cui indaga la magistratura sono diversi: nel mirino soprattutto la società MetroParma (partecipata del Comune) e il ruolo dell’allora dirigente Ettore Incalza, già consulente del ministro parmigiano Lunardi e poi nei guai per l’inchiesta sulle case di Anemone. I 30 milioni sono stati sborsati per mantenere la società MetroParma e per pagare numerose consulenze. Soldi pubblici spesi per nulla, soldi pubblici che andranno a sommarsi all’ indennità chiesta dalla ditta Pizzarotti e da altre imprese che si erano aggiudicate l’appalto per il progetto da 300milioni di euro. Per ora non c’è nessun indagato e le ipotesi di reato non sono chiare. La Guardia di finanza ha già acquisito documenti di MetroParma, Comune, Minisitero e imprese. Il principale filone riguarda l’approvazione del finanziamento della metropolitana, approvazione che aveva senso a fronte di 24milioni di utenti all’anno della metro ma, lo stesso Comune di Parma, sapeva già che al massimo sarebbero stati 8 milioni.