L’Agenzia Europea dell’ambiente ha pubblicato la classifica finale del City ranking project, l’iniziativa promossa da “Friends of the Earth – Germania” e dallo “European Environmental Bureau (EEB)” nell’ambito della Campagna sul Clima “Zero Emissioni”. Roma e Milano sono ultime in Europa nell’attuazione di buone pratiche. Berlino, Copenhagen e Stoccolma ai primi tre posti (per la classifica completa: sootfreecities.eu). Il progetto ha messo a confronto le misure realizzate e i piani in corso d’opera in 17 grandi città europee per migliorare la qualità dell’aria e per ridurre i livelli di inquinamento da polveri fini e sottili (PM2.5, PM10) e ossidi di azoto. Milano prende la sufficienza sull’uso dei mezzi pubblici in città ma la città è assolutamente insufficiente nella lotta alle emissioni inquinanti e climalteranti, come pure nella promozione dell’efficienza energetica e nel controllo delle emissioni dei mezzi di cantiere. Roma supera per meno giorni di Milano i limiti per PM10 ma va peggio di quest’ultima e di qualsiasi città europea in tutti gli altri indicatori: gli esperti hanno considerato insufficienti persino le comunicazioni ufficiali del Comune – sia a definire una strategia antinquinamento che a comprendere le singole misure adottate dall’amministrazione. Situazione ben diversa per Berlino, Stoccolma e Copenhagen, premiate soprattutto per il largo ventaglio di iniziative, la coerenza e i risultati delle diverse misura antinquinamento messe in atto. Roma si è classificata ultima con un punteggio totale del 38%, Milano penultima con il 44%. Entrambe hanno preso il peggior voto in pagella: la F. Una F – seppure con un punteggio ben superiore – va anche a Bruxelles, Londra, Madrid, Stoccarda e Dusseldorf. Nessuna è riuscita a meritarsi la lettera A, ma la prima della classe è Berlino (84% e B), seguita Copenhagen e Stoccolma (82%), poi Vienna e Zurigo con l’80%. Le quattro città hanno ottenuto una B-. In sostanza, pur riconoscendo gli sforzi fatti dalle attuali Amministrazioni, gli esaminatori non hanno potuto che constatare che manca una visione strategica di ampio respiro: a ogni stormir di fronda elettorale saltano decisioni e progetti e le politiche ambientali non si possono certo affrontare con una domenica ecologica oppure una pubblicità. Così a Milano si loda l’ampia ed estesa rete tranviaria urbana ma anche il bassissimo utilizzo del mezzo pubblico nell’area urbana vasta. A Roma i tecnici hanno guardato con favore agli annunci del Comune sul Piano Strategico della Mobilità Sostenibile, ma scorrendolo non hanno ravvisato come idee e proclami fossero traducibili in azioni concrete a parte i cantieri del metrò in corso, che però risalgono a iter progettuali di un decennio fa. La notizia ha avuto una grande eco sulla stampa nazionale: crediamo che, in un contesto difficile come quello attuale, sia quanto mai opportuno fare un passo indietro senza arroganza e ammettere umilmente la sconfitta. Il Paese è in difficoltà e deve ripartire: proprio la mobilità può rivelarsi uno dei motori più potenti per rimettere in circolo idee e progetti. Per ribaltare il concetto “italiano” di città, tutto basato sull’automobile. Per riscoprire quell’italico “buon vivere” che tanto era invidiato. Per muoversi meglio. Per muoversi tutti. Ma è importante conoscere bene quale è il punto di partenza e quali sono le prospettive per il futuro. Iniziamo da Roma clicca qui per scaricare un nostro pdf con i dati della capitale