Era il 28 ottobre scorso, quanto con una nota dal Ministero «L’Ustif dispone, a far data dalle ore 00.00 del giorno 1 novembre 2011, la sospensione del servizio tranviario di Messina per mancanza di sicurezza dell’esercizio». Il motivo? Il mancato rinnovo del contratto di manutenzione con l’Alstom per i 6 veicoli in esercizio. Il Comune corre subito ai ripari e, durante il ponte di Ognissanti stanzia 1 milione e 607 mila euro, di cui 745 mila per definire il contenzioso e la transazione tra l’Atm e la Alstom; la rimanente parte, 862 mila euro, dovrebbero essere utilizzati «per gli interventi urgenti e indifferibili sul parco rotabile in termini espressamente richiesti dall’Ustif, nell’eventualità in cui l’Atm non potesse rispettare gli obblighi che assume con la sottoscrizione della transazione con l’Alstom Spa». La tranvia di Messina, inaugurata appena nove fa ha segnato per l’Italia il ritorno del tram in chiave moderna, sull’onda dei successi europei: progetto tecnicamente ineccepibile realizzato con evidentissime lacune. Esercito come fosse un bus (il nome è rimasto linea 28, come la linea di cui ha preso il posto). Un esercizio a singhiozzo con un esiguo parco rotabile e la malagestione Atm a far da cappello. E le mancanze del Comune le cui promesse mancate hanno portato al diktat Ustif: entro il 30 settembre sarebbe stato perfezionato il contratto di manutenzione dei rotabili con la società Alstom mentre entro il mese di ottobre sarebbe stato pubblicato il bando di gara del progetto di messa in sicurezza della tranvia. Impegni puntualmente disattesi. Ora il finanziamento toppa, ma le criticità della tranvia restano: ecco cosa ha evidenziato, il 18 ottobre scorso, il Centro Prove Autoveicoli di Catania: «Oltre la nota mancata attività d’interventi sui rotabili, il continuo accadimento di incidenti, l’irrisolta problematica delle rotture al pantografo e, in ordine di tempo, l’inserimento dell’“uomo morto”», si sottolinea «l’assenza e la mancata sistematicità, in ordine temporale, riguardo le visite alle opere d’arte e ai fabbricati, l’armamento e agli impianti e le condutture per la trazione elettrica». Un quadro disarmante per un’opera inaugurata il 3 aprile 2003 che potrebbe sostenere flussi di 50-60mila passeggeri giorno. (foto Francesco Bloisi)