Un editoriale, non una consuetudine per iBinari+CityRailways, inanzitutto per augurare a tutti un buon ritorno dopo le vacanze, da oggi il sito, dopo alcune settimane di “chiusura per ferie” riprenderà il normale flusso di notizie che vi accompagna ormai dal dicembre del 2006 quando ancora ci chiamavamo “Metroitaliane”. Volevamo condividere con voi gli ottimi risultati di questo lavoro di natura volontaria (il sito non è finanziato né da pubblicità, né da abbonamenti) che vede una media di oltre 10.000 visitatori unici mensili, segno che gli argomenti che trattiamo riscuotono interesse anche nel nostro paese nonostante non ci sia, purtroppo, una cultura generalizzata del trasporto pubblico. Il trasporto individuale è sempre il preferito dalla maggioranza degli italiani sia per mancanza di alternative valide che per l’assenza di senso civico che la natura individualistica della nostra società enfatizza. Chi di voi sarà andato all’estero e provato qualche rete francese, spagnola, tedesca o giapponese non avrà potuto fare a meno di avvertire un gran disagio facendo un paragone con la propria città e l’Italia nel suo complesso. Purtroppo l’Italia ha grandi eccellenze industriali nel settore ferroviario che sono riconosciute in tutto il mondo ma come spesso accade vengono ignorate o sottovalutate nel nostro paese. Questo grazie prevalentemente a una classe politica miope e arretrata che taglia invece di investire nel futuro dei trasporti di massa elettrici, unica via per avere un paese più moderno che si muova velocemente e in maniera eco-sostenibile. Trasporti pubblici di qualità significano sempre un’economia più sviluppata ed efficiente, in Italia questo concetto è semplicemente sconosciuto. Siamo nel punto più basso per quanto riguarda i finanziamenti statali al trasporto pubblico, il futuro che ci aspetta è di tagli indiscriminati, aumenti sostanziosi delle tariffe, blocco di molti progetti per mancanza di soldi. Ma quello che più ci spaventa è la mancanza di pianificazione per il futuro, nonostante ci siano anche importanti interventi in corso per ferrovie e linee urbane su ferro, questi paiono spesso scollegati tra loro, incoerenti, spesso mal progettati. Si costruisce (con lavori sempre in ritardo) e poi non si pensa a come effettuare il servizio oppure, ancora peggio, non ci sono le risorse per incrementare l’offerta: binari nuovi, treni vecchi e in numero insufficiente. Tempi diversi per progetti che dovrebbero correre in parallelo e arrivare insieme alla meta. Basterebbe guardare i molti esempi di buona gestione che ci offrono i paesi più virtuosi senza la necessità di inventare ogni volta la ruota, regie nazionali o regionali che coordinano tutti gli interventi trasportistici, che pianificano, fanno piani economici, trovano le risorse (spesso con l’apporto di capitali privati che vengono garantiti da norme certe) progettano, costruiscono e comprano il materiale rotabile e poi affidano il servizio tramite gara pubblica alla migliore offerta, privata o pubblica che sia. In Italia abbiamo qualche buon esempio locale in Lombardia, Trentino, Veneto, Puglia e Campania ma senza una revisione radicale di tutto il comparto del trasporto pubblico tramite nuove norme certe e chiare, che purtroppo non sembra una priorità per la nostra classe politica, saremo costretti a vedere l’Italia sempre più in fondo nella classifica dell’utilizzo e qualità del trasporto pubblico con conseguenze sempre più nefaste sulla nostra economia, qualità della vita e ambiente. Vogliamo sentire anche la tua opinione su questo argomento, commenta sul sito oppure su Facebook cliccando, se non lo hai già fatto, su “mi piace” sulla colonna a destra in alto o vai sul nostro forum nella discussione dedicata.