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LA BUONA ITALIA RESTA A PIEDI

9 Ottobre 2015
Reading Time: 8 mins read
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LA BUONA ITALIA RESTA A PIEDI
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Nonostante le nuovi leggi di Francia e Spagna sulla promozione del trasporto pubblico su ferro, l’Italia resta al palo.

– Di Andrea Spinosa –

La ventilata ripresa dovrebbe crescere sulle medesime condizioni infrastrutturali degli anni Novanta anzi, fatte le dovute differenze, in condizioni ben peggiori dato che soprattutto i sistemi locali sono stati falcidiati da decenni di ridotte (per non dire assenti) manutenzioni.

Si dirà che tanto non ci sono i soldi per il TPL. Vero, ma solo in parte.

A dicembre si terrà la XXI Conferenza della Parti, a Parigi, sulle azioni di contrasto (ormai venuto meno) e contenimento del Surriscaldamento climatico.

Vediamo quali sono i fatti.

La presunta (ma tanto ventilata dai media) pausa del surriscaldamento si è rivelata effimera.

NH_Temp_Reconstruction

C’è una forte discrepanza fra quello che è teoricamente possibile per limitare il riscaldamento globale e quello che è realisticamente possibile. Eppure i fatti sono chiari:

warming-450x332

Nel caso del cambiamento climatico, la teoria dice che, applicando rapidamente, continuativamente e massicciamente tutte le tecnologie disponibili per ridurre le emissioni di gas climalteranti, abbiamo ancora buone possibilità di rimanere sotto i 2 °C di riscaldamento. Nel concreto, ci sono molte inerzie, sia di tipo politico – la difficoltà di convincere tutti gli stati del mondo ad effettuare uno sforzo congiunto e l’umanità intera a cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane – sia tecnico – legate all’inerzia del ricambio tecnologico. La conseguenza è che “a meno di miracoli, l’umanità è in un terribile pasticcio”.

E’ in corso uno dei fenomeni di Niño (anomalo riscaldamento delle acque del Pacifico orientale e raffreddamento del Pacifico occidentale, solitamente noto come warm pool) più intensi di sempre.

enso

Potrebbe rappresentare una soglia: è noto che nei sistemi caotici queste rappresentano transizioni di fase da uno stato di equilibrio (temporaneo) ad un altro (che potrebbe non piacerci rispetto al precedente).

A Parigi la Cina porterà una proposta ambiziosa. Cina che in figura di grande inquinatore ha messo USA (annuncio di Obama di uno svolta verde, ma lo shale gas?) e la UE in condizione di dover rincorrere il gigante del carbone.

Il diesel gate della Volkswagen, considerazioni geopolitiche a parte (nulla avviene a caso, e se in un consesso dove ci si è accordati su una abitudine comuni tutti si alzano e accusano uno solo qualche dubbio è lecito) dimostra una cosa: che la corsa degli EuroX è finita e che la riduzione ulteriore delle emissioni di NOX dai diesel è arrivata ad un valore asintotico. A meno di ridurre la potenza ogni proposta va oltre lo stato attuale della tecnica.

È noto che i PMX sono “facilmente” riducibili ma gli NOX sono la bestia nera del diesel.

Così come la CO e soprattutto gli HC per i motori a benzina. Ora accade che gli NOX sono stati individuati come potenti patogenici in termini di linfopatie e affezioni polmonari.

NOX_cancerEnergia, ambiente, industria. Chiudiamo il cerchio:

Le azioni di contrasto al cambiamento climatico (aria fritta per qualcuno, per molti se non accade nulla salvo ricordarsene alla prima “bomba d’acqua” o quando girano le zanzare anche in gennaio) hanno un corrispettivo binario in due azioni tangibili:

  • riduzione del costo energetico dei trasporti (il settore più energivoro di tutti)
  • miglioramento delle condizioni ambientali nelle aree urbane

E siccome viviamo nel secolo delle gigalopoli (erano megalopoli nel secolo scorso) spalmate urbi et orbi ecco che i soldi per il trasporto virtuoso escono fuori.

traffic+lights+biker

EU funded urban transport projects underutilised

Ce lo dice l’Europa: qui e qui.

Ma qual é il vero prezzo dei trasporti? 

Se lo è chiesto in una interessante pubblicazione il FMI. Ne è nato un dibattito interessante nel quale è intervenuta anche il prof. Marco Ponti su LaVoce.info. Sottostime pesanti, secondo noi.

Queste le cifre per posto-km:

calcoli vari

Tema scientificamente controverso: tanto che anche il FMI puntualizza e torna sui suoi passi.

Così è lo stesso FMI a notare che i fossili ricevono sovvenzioni dirette e indirette a copertura di tutti i costi indotti pari a 5 mila miliardi di $. Fatte le debite proporzioni sull’uso procapite (l’Italia consuma 1,5 milioni di barili giorno sugli 87 mondiali, pari al 2% circa) siamo a 85 miliardi di costi totali per la sola Italia ovvero, in rapporto ai 57 milioni di spostamenti giorno di più di 5 km siamo a:

1.567 euro/anno per passeggero km (Media di Trilussa) ovvero

4,9 euro/giorno per passeggero km

Siamo al 520% dei nostri calcoli, dimostratisi quindi (si è convinto anche il prof. Marco Ponti) cautelativi.

Calcoli che davano, ripartendo i costi sui conti Istat e MIT (Conto nazionale trasporti):

0,98 euro/giorno per passeggero km

Spostare 10mila passeggeri nei loro spostamenti pendolari, e solo in quelli, su 10 km di tram comporterebbe un risparmio di 98.000 euro/giorno ovvero 31,360,000 euro/anno (su 320 giorni equivalente di massimo servizio).

Significa che in 10 anni al massimo una linea tranviaria deluxe può ripagarsi completamente.

Ancora a dire che non ci sono soldi?

Siamo talmente indietro sotto questo punto di vista che c’é spazio per fare qualche km di filo o rotaia e ridurre i costi ambientali del trasporto, salvando anche qualche vita, senza far collassare l’industria nazionale dei fossili.

Anche in questo l’Europa ci darebbe una mano. Ad esempio con l’azione Shift to Rail.

shift2rail

E allora, vogliamo farla ripartire questa Buona Italia? 

TOD_1

TOD_2

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