– di Alessandro Del Gaudio –
Il progetto del tunnel sotto corso Grosseto, a Torino, prosegue. Per chi non abitasse nel capoluogo piemontese, si fa riferimento a un’infrastruttura già interamente finanziata dal Ministero i cui lavori sono stati rinviati per mancanza di fondi prima e per turbativa d’asta dopo, per poi arenarsi ulteriormente con l’elezioni comunali vinte a sorpresa dal Movimento 5 Stelle.
I pentastellati non hanno mai fatto mistero di non apprezzare particolarmente il progetto, non solo perché costoso (si parla di 160.000.000 di euro) ma anche perché altamente invasivo, poiché l’opera potrebbe creare disagi non indifferenti alla circolazione nella periferia nord di Torino.
Si prevede che oltre che alla realizzazione del tunnel ferroviario, che allaccerebbe la storica linea Torino-Ceres (ora linea A dell’SFM) al Passante, consentendo di collegare il centro della città con l’aeroporto Sandro Pertini di Caselle, si debbano realizzare due sottopassaggi stradali per ovviare all’abbattimento del cavalcavia di Corso Potenza/Corso Grosseto, in un’area particolarmente congestionata dal traffico automobilistico a tutte le ore del giorno.
La neosindaca Chiara Appendino si è mossa da subito per cercare di dirottare i fondi stanziati per l’opera sulla realizzazione delle stazioni mancanti sul Passante Ferroviario (Torino Dora e Torino Zappata) e per poter attivare sul sedime ferroviario abbandonato lungo i quartieri Madonna di Campagna, Borgo Vittoria e Aurora una sorta di metrotranvia interrata. Non ricevendo parere positivo, dal momento che il progetto del tunnel è di pertinenza della Regione Piemonte e solo su richiesta della giunta Chiamparino potrebbe essere modificato, il Comune ha approvato la realizzazione del collegamento ferroviario modificando le tempistiche e le logistiche del cantiere. Parallelamente il ministro Delrio e il Presidente Chiamparino si sono detti favorevoli all’utilizzo della ferrovia abbandonata come tracciato per un servizio di metrotranvia sul modello di quello illustrato dai 5 stelle, consentendo così l’apertura di una sorta di linea 3 di metropolitana.
Riepilogando, quindi, dal 2020 – se non ci saranno intoppi burocratici – i torinesi potranno viaggiare dal centro città all’aeroporto in treno, sfruttando il Passante che alla stazione Rebaudengo-Fossata si allaccerà alla Torino-Ceres e proseguirà sottoterra fino alla nuova stazione Grosseto, per poi proseguire lungo il normale tracciato. È previsto, inoltre, che la linea SFMA si fonda con la linea SFM4, permettendo di collegare l’aeroporto con l’Alba e le Langhe. Attraverso la linea SFM3, ancora, dall’aeroporto gli sciatori potrebbero raggiungere comodamente le valli olimpiche.
Un’interessante novità, invece, rappresenta la nuova ferrotranvia, che non solo servirebbe un’area cittadina densamente popolata, ma potrebbe diventare a pieno titolo la terza linea del metrò torinese, viaggiando dalla stazione Madonna di Campagna alla stazione Porta Milano su tracciato ferroviario e immettendosi in Corso Giulio Cesare sul percorso del tram 4, raggiungendo così il centro città e la stazione di Porta Nuova.
Sulla fantomatica linea 2 della metropolitana, invece, è prossima l’apertura delle buste per aggiudicare la realizzazione della tratta, sul cui inizio dei lavori, tuttavia, non c’è ancora una data, poiché il progetto non è stato ancora finanziato. Si parla di un servizio che attraversi la città dalla Stazione Rebaudengo (con una diramazione fino al comune di San Mauro) al Cimitero Parco, lungo una direttrice che interesserebbe il centro storico, intercettando la linea 1 a Porta Nuova. La tecnologia utilizzata dovrebbe essere diversa dal VAL e dovrebbe consentire un servizio attivo 24 ore su 24.
La rivoluzione su ferro di Torino potrebbe essere a un bivio, se finalmente alle tante parole spese sui giornali farà seguito l’apertura dei cantieri.