Presentati i dati 2011 del comparto nel corso dell’evento “Export e sistema Italia” organizzato da Alstom ad Expo Ferroviaria. Tra i relatori: Luigi Morisi – presidente Assifer-ANIE, Giandomenico Ghella – Presidente Ghella Spa e Pierre-Louis Bertina, presidente e AD Alstom Ferroviaria. Con valore complessivo di 1 miliardo di euro, nel 2011 l’export rappresenta il 30% del fatturato dell’industria ferroviaria italiana ed è cresciuto, negli ultimi 6 anni, dell’83,3%. L’Europa rimane la destinazione più importante (48%), ma aumentano significativamente le esportazioni verso America (+70%) Asia (+32%) e Africa (+37%). Tra i settori il segnalamento registra la migliore performance, raddoppiando il valore, mentre il materiale rotabile, che rappresenta l’87% del totale, ha subito complessivamente una flessione (-7%).
Questi, in sintesi, i dati più interessanti emersi dallo studio presentato oggi da Alberto Milotti, direttore dell’Area Trasporti di Gruppo CLAS e docente all’Università Bocconi, nel corso dell’evento “Export e sistema Italia” organizzato da Alstom in occasione di Expo Ferroviaria 2012, al quale sono intervenuti Luigi Morisi, presidente ASSIFER; Giandomenico Ghella, presidente Ghella Spa e Pierre-Louis Bertina, presidente e amministratore delegato Alstom Ferroviaria Spa.
Partendo da un aggiornamento dalla ricerca “La filiera ferroviaria italiana nella competizione globale” condotta dal Gruppo CLAS per Fondazione ANIE, lo studio approfondisce i dati 2011 relativi mercato ferroviario italiano con particolare riferimento all’export. L’industria ferroviaria, che vede oggi operare 220 imprese, per un totale di 17mila addetti, raggiunge nel complesso un fatturato di 3,3 miliardi di euro. In un contesto generale di contrazione (dal 2006 al 2010 il fatturato ha registrato una diminuzione del 13%) e di stagnamento del mercato domestico, il valore dell’export è cresciuto dell’83% dal 2005 al 2011. Con un valore complessivo di 1 miliardo di euro, rappresenta circa il 30% del fatturato dell’industria ferroviaria italiana.
Le esportazioni di materiale rotabile, che con un valore complessivo di 874 milioni di euro rappresentano l’87% del totale, sono in lieve flessione, registrando nel 2011 un calo del 7% rispetto all’anno precedente. Raddoppiano invece i progetti “made in Italy” di segnalamento, che a fronte di un valore di 123 milioni di euro (12% del totale), crescono del 100%.
Rispetto al 2010 cambia anche la geografia della penetrazione nei mercati esteri. La quota di esportazioni verso l’Europa a 27 continua a crescere (+2%). Con il 48% del totale, l’Unione Europea si conferma il mercato più rilevante e più aperto alle ultime tecnologie. Crescono le esportazioni verso l’Asia (+32%) e l’Africa (+37%), mentre registra uno scatto in avanti il mercato americano, cresciuto del 71% soprattutto grazie agli investimenti degli Stati Uniti per migliorare i sistemi di segnalamento e sicurezza.
In prospettiva il mercato più importante per il materiale rotabile è la Cina, dove non solo si esporta, ma si effettuano anche investimenti produttivi, soprattutto in joint-venture. Altri mercati dinamici sono il Medio Oriente, il Mediterraneo e gli Stati Uniti, dove si potrebbero aprire nuove opportunità se venissero confermate alcune politiche relative all’alta velocità e al trasporto nei grandi agglomerati urbani come New York e Los Angeles. Per il segnalamento i mercati con maggiori prospettive sono Stati Uniti, Medio-Oriente, India, Cina. La Russia, che sulla carta rappresenta prospettive enormi, soprattutto nel segmento passeggeri, in realtà è di difficile penetrazione, in quanto già dotato di una base industriale locale con costi lavoro e di produzione molto competitivi.
La maggiore pressione competitiva proviene oggi dalla Cina. Con 32 aziende locali per un totale di circa 1 milione di dipendenti l’industria ferroviaria cinese, una volta saturato il mercato interno, cercherà sbocchi su altri mercati, potendo contare su un grosso supporto da parte del sistema-paese, in particolare gli istituti bancari, e su una tendenza alla centralizzazione delle tecnologie. Mentre il vantaggio tecnologico dell’industria europea si va facendo sempre più esiguo.
“La conferma della crescita molto rilevante delle attività all’estero, testimonia la volontà delle aziende di reagire alla contrazione del mercato interno, ottenendo risultati che, se non possono colmare la diminuzione del fatturato, ne attenuano comunque gli effetti – ha dichiarato Luigi Morisi, Presidente Assifer-ANIE -. Non sorprende che sia il comparto del segnalamento a registrare la migliore performance, dato che l’Italia ha acquisito in questo settore una leadership tecnologica universalmente riconosciuta, a seguito della messa in esercizio da parte di RFI, prima in Europa e quindi nel mondo, dei nuovi sistemi di segnalamento a standard europeo. Anche gli altri comparti stanno facendo la loro parte: dai treni pendolanti, alle metro automatiche, alle locomotive, a diversi sottosistemi, sono svariate le specialità che l’industria italiana porta efficacemente sui mercati internazionali”.
“Una quota rilevante di mercato interno è comunque necessaria – ha continuato Morisi -, non solo per soddisfare le esigenze di trasporto, rispetto ambientale e qualità della vita, ma anche per costituire una base di lancio per le attività all’estero, in termini di referenze e consolidamento di esperienze. Rimangono quindi pienamente valide le due priorità che, a nostro parere, i servizi ferroviari e pubblici urbani hanno in questo momento nel nostro Paese: la messa in atto di quanto è necessario per garantire nel breve periodo la piena funzionalità del sistema, e la definizione di un quadro di programma con una visione di più lungo periodo, anche sulla base degli obiettivi comunitari, per dare una base più solida alle singole strategie aziendali”.
Alstom Ferroviaria che, con 2.600 dipendenti in 8 siti e 994 milioni di euro di fatturato, rappresenta da sola quasi il 30% del fatturato dell’industria ferroviaria italiana, riflette pienamente il quadro generale del comparto.
Le commesse estere contribuiscono al fatturato per il 43%, il materiale rotabile, in particolar modo il Pendolino che viene progettato e prodotto a Savigliano (CN – 1200 dipendenti) per tutto il mondo, continua a rappresentare il prodotto di maggior successo all’estero. Solo negli ultimi anni sono stati realizzati treni Pendolino per la linea Helsinki–San Pietroburgo, per l’operatore privato britannico Virgin Trains e, proprio in questi giorni, sta partendo la produzione di 20 Nuovo Pendolino per l’operatore nazionale polacco PKP. Da Sesto San Giovanni (MI – 400 dipendenti), che deve l’85% del fatturato alle commesse estere, partono i sistemi di trazione per treni, tram e metropolitane di tutto il mondo (tram di Dubai, Rabat, Parigi; metro di Shangai, Nanchino, Chennai). Mentre il sito italiano di Bologna, centro di eccellenza del Gruppo per il segnalamento ferroviario, si è di recente aggiudicato due importanti commesse per il rinnovo del segnalamento nella Danimarca orientale. e per l’ammodernamento della linea ferroviaria di confine Arad-Curtici in Romania, soprattutto grazie all’esperienza maturata nella fornitura di soluzioni di segnalamento basate sul sistema europeo di gestione e controllo del traffico ferroviario ERTMS, a RFI (Gruppo FS) sulle linee ad alta velocit&a
grave; Roma-Napoli e Bologna Firenze.
“Alstom Ferroviaria è uno dei principali esportatori di tecnologia made in Italy – ha dichiarato Pierre-Louis Bertina, presidente e amministratore delegato di Alstom Ferroviaria -. Se da un lato dobbiamo questo risultato alla dimensione internazionale del Gruppo Alstom e alla capacità di valorizzare le competenze locali, dall’altro hanno giocato un ruolo importante anche le alleanze costituite con i principali costruttori civili italiani: da Astaldi, nostro partner nella commessa rumena; a Ghella, con i quali ci siamo di recente aggiudicati l’estensione fino al porto del Pireo della linea 3 della metropolitana di Atene e abbiamo firmato un protocollo d’intesa per la costruzione di un nuovo sistema di trasporto pubblico su rotaia a Belgrado”.
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