È stata la Corte dei Conti a suggellare i dubbi e le perplessità circa scelte tecniche, progettuali e realizzative, della terza linea romana. In una relazione redatta dalla sezione centrale di controllo si esaminano tutti i dettagli progettuali e realizzativi, puntando l’attenzione in particolare sulla dilatazione dei tempi di realizzazione, e le inefficienze nella direzione dei lavori come sulle numerose incognite che ancora gravano sulla complessiva fattibilità dell’ opera.
«La tormentata e lunghissima vicenda progettuale ed esecutiva della linea C, il cui primo progetto di massima risale al 1990 e la cui realizzazione era prevista per il Giubileo, rischia di inficiare l’ efficacia dell’ investimento e la qualità finale di un’ opera pensata oltre 25 anni prima della sua messa in esercizio», si legge nell’ istruttoria della Corte dei Conti. Pertanto l’ indagine mette in evidenza come la linea C sia un’ impresa «non priva di incognite, essendosi esaurite anzitempo le risorse per la realizzazione integrale ed essendo stato disatteso l’ effettivo impegno della copertura finanziaria relativa all’ intero tracciato fondamentale».
La Corte sottolinea l’estenuante e incerto iter progettuale su cui pesano modifiche sostanziali (e non varianti) in corso d’ opera, come l’ abbandono della realizzazione di opere integrative nelle tratte centrali, che avrebbero personalizzato il tracciato “archeologico”, le difficoltà economiche a realizzare la tratta centrale, e la soppressione di alcune stazioni cruciali. Ripensamenti progettuali che insieme all’ incertezza delle risorse «rendono impietoso il confronto con i tempi assai rapidi di progettazione ed esecuzione di altre metropolitane europee». Note che già la Corte aveva ravvisato nell’applicazione della ex-L.221/92 sul trasporto pubblico di massa.
La relazione della Corte dei Conti potrebbe attestare un fallimento ma anche rappresentare un punto di partenza. Come? Integrando e potenziando il lavoro svolto sinora con un Piano di Medio e Lungo termine del trasporto metropolitano che permetta di definire in maniera chiara e quanto più univoca possibili obiettivi e oneri. Senza paura di ripensare il progetto della stessa linea C.
Visto che Cityrailways segnala da tempo l’eccessiva onerosità del completamento della linea in rapporto alla produttività attesa in termini di passeggeri e visto che il progetto definitivo della tratta T3 è in redazione – e quello delle tratte T1 e T2 di là da venire – offriamo un punto di partenza per ripensare il progetto e la mobilità romana nel prossimo decennio. E’ il momento di favorire un confronto sano e costruttivo tra cittadini, tecnici e amministratori (guarda anche “Roma una metropoli vicino al collasso“).