La metropolitana di Brescia non aprirà nel novembre del 2011. I bresciani potranno usufruirne a partire dal 31 dicembre 2012, salvo altri imprevisti tecnici ed economici. Questa data è contenuta nell’accordo siglato tra Brescia Mobilità e l’Ati composta da Ansaldo, Astaldi e Acciona che sta realizzando la linea. Nel luglio scorso c’è stato un duro confronto tra l’azienda controllata dalla Loggia e l’associazione temporanea d’impresa guidata dall’Ansaldo. Sul piatto c’erano la tempistica dei cantieri, le modifiche al tracciato e il nodo delle riserve-penali. Proprio i contrasti su quest’ultima voce hanno rischiato di fare interrompere i lavori. L’Ati, ad oggi, ha calcolato riserve, ovvero costi aggiuntivi rispetto al piano finanziario iniziale di 600 milioni, pari a ben 381 milioni di euro. L’azienda comunale presieduta da Ettore Fermi, oltre a contestare “l’importo e i criteri di determinazione”, aveva sommato penali da imputare alla direzione lavori per diverse centinaia di migliaia di euro. Dunque, prima di arrivare a una spaccatura definitiva, le due parti in causa nella metropolitana bresciana hanno trattato e hanno trovato un accordo. Brescia Mobilità sospenderà l’applicazione delle penali previste dal vecchio cronogramma, mentre l’Ati si impegnerà a realizzare il progetto definitivo ed esecutivo della nuova stazione di San Faustino, e lo spostamento del diaframma presso la stazione Vittoria. I maggiori costi del tratto Stazione-via Marconi, invece, dovranno essere valutati con un’apposita perizia tecnica. Le controversie economiche, intanto, restano congelate fino al prossimo 31 gennnaio 2008. Se nel frattempo le parti non troveranno un’intesa si andrà a un arbitrato, come prevedeva il contratto del 2003. Ansaldo ha però già scontato le riserve penali di 110 milioni di euro, scendendo a 271 milioni, e si impegna a rimodulare il costo giornaliero della struttura da addebitare al committente in caso di ritardi, riducendola da 160 mila euro al giorno a 114 mila. Inoltre pagherà il 50% delle spese di un eventuale arbitrato. I costi della linea arriveranno a circa 750 milioni di euro rispetto ai 600 inizialmente preventivati. Rimangono, naturalmente, le riserve oggetto di contenzioso, che probabilmente saranno molto superiori ai 40 milioni di euro messi a bilancio sotto la voce “imprevisti”.