Tra le rivoluzioni più grandi che siano mai accadute, c’é n’è una destinata a stravolgere il mercato del trasporto pubblico. Si tratta dell’esodo di proporzioni bibliche che sta avvenendo dagli anni Cinquanta, in Cina, dalle campagne verso le città della costa centro meridionale del Paese. La più grande migrazione umana mai avvenuta, che dagli anni Novanta si è intensificata e si intensificherà ancora nel prossimo decennio: per il 2025 la popolazione urbana salirà a circa un miliardo di persone (70% del totale), quando nel 2005 era di soli 570 milioni (45%). Al 1° gennaio 2010 erano 123 le città con più di 1 milione di abitanti: di queste ben 47 superano i 2,5 milioni. Shanghai è al centro di un’area urbana di 26,4 milioni di residenti; Honk-Kong e Shenzhen formano un’unicum di 17,7 milioni di abitanti; seguono Pechino (15,1); Guangzhou/Canton (12,8); Chongquing (11,7);Tianjin (8,9); Nanjing (8,5) e Xi’an (8,0). Con una proiezione standard di 60 città con oltre 2,5 milioni di residenti per il 2025 si capisce come il Paese possa diventare il più grande mercato mondiale per il TPL: si pensi alla rivoluzione causata dalla legge che ha reso obbligatorie le porte di banchina per le metropolitane di nuova costruzione. Da produttore di un elemento di nicchia, la Westinghouse si è trovata a fronteggiare una domanda enorme rispetto alle più rosee aspettative. Molti i record che cadranno e positive saranno le ripercussioni sui prezzi del mercato, soprattutto in termini di costi fissi: per il 2020 Shanghai avrà una rete di 889 km; Pechino di 554 e Guangzhou di 542. Seguiranno Hong-Kong (280) integrata con quella di Shenzhen (197); Xi’an (251); Hangzhou (249); Tianjin (237); Wuhan (213); Shenyang (182); Nanjing (144) e Changchun (128) per un totale di 29 sistemi. Il periodo di stasi tra il 1980 e il 1999 (in cui le reti erano poche e crescevano a rilento, si pensi a Pechino con appena 2 linee) è stato impiegato dal Governo Centrale per studiare e pianificare una crescita urbana così esplosiva senza perdere il controllo della situazione: impossibile non essere pronti a offrire un’alternativa pubblica di mobilità per città così vaste e densamente abitate che crescono a ritmi medi del 4%/anno con punte del 17%. Nell’agosto 2009 il Consiglio di Stato ha varato un Piano per la realizzazione di 22 nuovi sistemi di metropolitana in altrettante città, con uno sviluppo di 2.500 km e un investimento di 9.000 miliardi di yuan (ca. 1.000 miliardi di euro). Al 1° gennaio 2010, i gestori cinesi operavano su una rete di 1.038,7 km, seconda al mondo solo agli USA. Secondo Frost&Sullivan nei prossimi 5 anni è da ritenersi veritiera la realizzazione di 500 km di nuove linee con una crescita dell’indotto pari al 13,4%. Questo significa che il Paese supererà gli USA nel 2012, diventando il più grande mercato ferroviario mondiale. Come è noto la realizzazione di un’infrastruttura metropolitana è un’operazione estremamente complessa: in media il 30-40% degli oneri è costituito dal solo materiale rotabile; armamento e segnalamento costituiscono il 20%; la realizzazione assorbe il 6%. La progettazione investe l’8% delle risorse, l’acquisizione dei terreni con espropri e demolizioni copre il 14%. Il restante 12% serve per l’equipaggiamento del PCC.