La Legge di Bilancio per il 2017 (legge 232 dell’11/12/2016) ha previsto l’istituzione di un Fondo Investimenti per il trasporto rapido di massa (TRM), con una dotazione di 1,90 miliardi per l’anno 2017, di 3,15 miliardi per l’anno 2018, di 3,50 miliardi per l’anno 2019 e di 3,00 miliardi per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nei settori di spesa relativi, tra l’altro, ai trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie.
La Legge di Bilancio 2018 ha rifinanziato il Fondo, pertanto la Direzione Generale per i sistemi di trasporto ad impianti fissi e il trasporto pubblico locale ha attivato, attraverso la pubblicazione di un apposito Avviso, le procedure per utilizzare le risorse del Fondo da destinarsi ai sistemi di TRM.
La Legge di Bilancio 2020 destina 1.350 milioni, residuo non assegnati nel 2017, per il Fondo per il TRM. È istituito (comma 95) un fondo da ripartire con una dotazione di 740 milioni di euro per l’anno 2019, di 1.260 milioni di euro per l’anno 2020, di 1.600 milioni di euro per l’anno 2021, di 3.250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, di 3.300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028 e di 3.400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2029 al 2033. 96. Il fondo di cui al comma 95 è finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese. Una quota del fondo di cui al comma 95 è destinata alla realizzazione, allo sviluppo e alla sicurezza di sistemi di trasporto pubblico di massa su sede propria.
Alla consegna del 31 dicembre 2018 sono pervenute 29 istanze tra proposte di prolungamenti di linee metropolitane, prolungamenti o nuove linee tramviarie, interventi sulle reti filoviarie esistenti, nuovi sistemi di monorotaie e funivie. Una istanza, il prolungamento della linea 5 di Milano a Monza, è stata stralciata da questa procedura e rimandata a finanziamento diretto: a valere sul fondo di cui al suddetto comma 95 della legge di bilancio 2019, sono destinate al prolungamento della linea metropolitana 5 (M5) da Milano fino al comune di Monza risorse pari ad almeno 15 milioni di euro per il 2019, 10 milioni di euro per il 2020, 25 milioni di euro per il 2021, 95 milioni di euro per il 2022, 180 milioni di euro per il 2023, 245 milioni di euro per il 2024, 200 milioni di euro per il 2025, 120 milioni di euro per il 2026 e 10 milioni di euro per il 2027 per un totale di 900 milioni di euro.
La stessa legge finanziaria 2020 assegna con lo stesso metodo diretto 832 milioni ripartiti dal 2020 al 2032 per il lotto 1 della linea 2 della metropolitana di Torino.
Complessivamente, nel periodo 2016-2019, sono stanziati 7.560 milioni per il trasporto rapido di massa dei quali 4.032 formalmente assegnati.
L’iter di valutazione delle restanti 28 istanze si è prolungato ben oltre le aspettative iniziali: il MIT aveva concesso sino al 31 marzo 2019 (la procedura si era aperta il 1° marzo 2018) la possibilità di integrare le tabelle conoscitive e analitiche per le amministrazioni che avevano richiesto difficoltà nel reperimento dati. Nel mese di giugno sono state convocate alcune amministrazioni per chiedere ragguagli circa le scelte progettuali oppure i parametri di analisi adottati nella valutazione della sostenibilità economica e finanziaria delle opere. L’iter avrebbe dovuto concludersi entro il mese di agosto con la pubblicazione del decreto di riparto, ma la crisi di governo ha imposto uno stop alla procedura: sebbene l’istruttoria tecnica fosse di fatto conclusa, si è dovuto attendere il mese di dicembre per la firma della bozza del decreto di riparto.
Le opere finanziate
Il 18 dicembre 2019 la Conferenza unificata ha approvato il decreto con il finanziamento di 17 interventi per un totale di 2,32 miliardi. Dopo il controllo della Corte dei conti, il decreto 607 del 27/12/19 è stato pubblicato sul sito del Ministero il 10 febbraio. In ordine di comparizione nella graduatoria di merito sono finanziati:
- Torino: acquisto 40 nuove motrici tranviarie in due lotti funzionali (rispettivamente da 30 e 10 unità);
- Bologna: realizzazione della linea Rossa del tram, Borgo Panigale – via Indipendenza – Stazione Centrale – San Donato – Pilastro – CAAB, con diramazione viale Aldo Moro – Fiera – Centro Mobilità Michelino per uno sviluppo di 14,5 km con acquisto di 26 vetture da 32 metri;
- Roma: acquisto di nuovo materiale rotabile per la rete tramviaria (50 unità da 24 metri);
- Milano: rinnovo della flotta filoviaria con acquisto di 50 filosnodati;
- Milano: rinnovo della flotta della linea 1 con acquisto di 21 treni;
- Firenze: prolungamento della linea 3 (II lotto) lungo i viali, tratta Libertà – Bagno a Ripoli (3.2.1);
- Milano: incremento della capacità di trasporto della linea 3 con rinnovo degli impianti di segnalamento e potenziamento e ammodernamento della flotta;
- La Spezia: intervento per la realizzazione di nuove linee filoviarie ed estensione di linee esistenti per il potenziamento del servizio, in attuazione degli obiettivi del PUMS;
- Roma: funivia Battistini MA – Torrevecchia – Casalotti GRA;
- Torino: realizzazione linea tramviaria 10/ attraverso il collegamento con corso Giulio Cesare lungo via Cecchi e corso Emilia;
- Torino: realizzazione del parcheggio pubblico interrato piazza Bengasi di scambio con la linea 1 della metropolitana;
- Roma: nuova tranvia viale Palmiro Togliatti, tra Ponte Mammolo MB e piazza di Cinecittà (stazione Subaugusta MA) con acquisto di 20 nuove vetture da 32 metri attrezzate con batterie o supercapacitori di bordo per la trazione autonoma all’attraversamento dell’acquedotto Alessandrino;
- Bergamo: nuova linea tranviaria T2 della Valle Brembana, Bergamo – Villa D’Almè per uno sviluppo di 11,5 km (più 1 km circa in comune con la T1) e 11 nuovi tram da 32 metri;
- Torino: sulla linea tramviaria 3, realizzazione del capolinea in corso Quintino Sella e dell’anello di ritorno in largo Toselli;
- Milano: prolungamento M1 da Bisceglie al quartiere Baggio sul percorso Olmi – Valsesia;
- Roma: funivia Eur Magliana MB – Villa Bonelli FL1 (Funivia Magliana) sul fiume Tevere;
- Roma: collegamento tramviario via Tiburtina da piazzale del Verano al piazzale della Stazione Tiburtina con riuso dell’esistenze corridoio della mobilità (che prima delle dismissioni degli anni Settanta era già percorso dal tram).
Suddivisione territoriale del riparto
Alla luce del riparto 2018 il finanziamento sul TRM si distribuisce al 56% circa su tramvie e al 36% sulle metropolitane.
Ma se si considera anche i finanziamenti diretti sulla linea 5 di Torino (legge di bilancio 2019) e la tratta 1 della linea 2 di Torino (legge di bilancio 2020) i rapporti si invertono.
Dal punto di vista geografico il 37% delle risorse del riparto 2018 vanno a Milano, il 19,6% a Bologna, il 19,4% a Roma, il 10,9% a Torino.
Anche in questo caso, considerando i finanziamenti diretti delle due leggi di bilancio 2019 e 2020 a Milano e Torino, sul totale dei 4.072 milioni assegnati per il TRM il peso relativo di Milano sale al 43%, quello di Torino al 22%. Al 12% circa ci sono Roma e Bologna.
Le opere rimandate
11 sono le istanze escluse dal riparto: considerato il protrarsi dell’iter di valutazione si è ritenuto utile chiudere il bando per il riparto 2019 – per il quale non ci sarebbe stato tempo di svolgere una procedura aperta come la precedente. In sostanza gli esclusi potranno ripresentare domanda di finanziamento entro il 30 aprile 2020, partecipando al riparto del fondo 2019.
Tra queste istanze 2 sono rimandate, pur avendo positivamente concluso l’istruttoria 2018. La non ammissione è legata alla necessità di apportare delle modifiche al progetto presentate, modifiche che si è ritenuto non essere compatibili con i tempi dell’istruttoria.
Si tratta di due istanze:
- Roma: progetto di riqualificazione e prolungamento dell’esistente linea Giolitti-Giardinetti con trasformazione nella linea Termini- Giardinetti – Tor Vergata. È stata richiesta la riemissione del progetto adottando lo scartamento ordinario (romano, 1.445 mm anziché l’attuale di 950 mm);
- Rimini: II lotto del Trasporto Rapido Costiero (MetroMare), prolungamento Rimini FS – Rimini Fiera per uno sviluppo di circa 4,5 km. È stata richiesta la riemissione del progetto con riduzione delle opere d’arte, ovvero la sostituzione di due sottovia con attraversamenti a raso in rotatoria.
Per le rimanenti 9 istanze, l’istruttoria non si era chiusa positivamente: il MIT ha comunicato a ciascuna amministrazione le motivazioni dell’esclusione dalla procedura di riparto 2018 evidenziando i punti di debolezza dell’istanze e la documentazione da presentare affinché tali aspetti possano non essere ostativi all’accesso al finanziamento nel riparto 2019. In ordine alfabetico di proponente, le istanze sono le seguenti:
- Ancona: potenziamento e valorizzazione dell’anello filoviario esistente, compresi i nodi di interscambio;
- Brescia: realizzazione della nuova rete tranviaria a integrazione della linea della metropolitana per uno sviluppo di 23 km con un modello di esercizio a tre linee e un parco rotabile di 15 vetture attrezzate con batterie per l’esercizio senza linea di contatto nella zona centrale della città. La proposta è di un progetto di finanza con una quota del 51% dell’importo per le opere e il parco rotabile coperta da un consorzio tra RFI, il Comune di Brescia e Brescia Mobilità. Le opere complementari e le sistemazioni urbanistiche sarebbero coperte al 100% dal contributo ministeriale;
- Firenze: prolungamento della linea 3 (II lotto), tratta libertà – Rovezzano (linea 3.2.2);
- Genova: impianto di risalita su monorotaia per il polo tecnologico, universitario, ospedaliero e residenziale di Genova-Erzelli;
- Genova: sistema degli Assi di forza per il TPL (rete filoviaria per uno sviluppo di circa 45 km);
- Città metropolitana di Napoli: progetto di ammodernamento della rete filoviaria della provincia di Napoli con integrazione alla rete filoviaria urbana;
- Roma: nuovo corridoio tramviario piazza Vittorio Emanuele II – via Lanza – largo Corrado Ricci/Museo dei Fori Imperiali (tranvia Cavour);
- Palermo: “Sistema tram” fase II con nuove tratte D, E2, F, G per 44,7 km di nuova rete senza linea di contatto. Sono compresi anche 29 vetture da 32 metri e nuovi parcheggi di interscambio;
- Torino: linea 4 del tram, modifica del capolinea Falchera con realizzazione di un anello di inversione.
Criticità emerse dalla prima istruttoria
Prima di tutto c’è da dire il fondo 2018 per il TRM non sarebbe bastato per coprire tutte le istanze: era quindi necessaria una analisi che andasse a valutare di ciascuna istanza la fattibilità, la sostenibilità economico-finanziaria, la coerenza con la strategia nazionale del “Connettere l’Italia” e con quella della programmazione locale (in particolare con il Pums – Piano urbano della mobilità sostenibile). Ma, come sottolineate dal decreto ministeriale, a prescindere dalla disponibilità finanziaria alcune istanze presentavano degli elementi di criticità oppure delle carenze progettuali: sebbene le parole siano attentamente pesate, si evince una intrinseca difficoltà nel riconoscere la finanziabilità di queste istanze.
Le amministrazioni hanno tempo fino al prossimo 30 aprile per trasmettere al Ministero il progetto di fattibilità tecnico-economica (composto dal progetto preliminare dell’istanza per la quale si richiede il finanziamento e una esaustiva analisi delle alternative) e gli elaborati analitico-prestazionali come da esplicita richiesta del MIT. In particolare, da quanto comunicato nei mesi scorsi dagli enti locali alla stampa queste sarebbero le criticità più rilevanti:
- Ancona: la proposta si limitava ad uno studio di fattibilità;
- Brescia: perplessità sugli scenari di domanda previsti e conseguentemente sulla sostenibilità del progetto di finanza presentato;
- Firenze: perplessità su alcune scelte progettuali della tratta 3.2.2 Verrazzano – Rovezzano;
- Genova: entrambe le proposte si limitavano ad uno studio di fattibilità. Il gruppo istruttorio avrebbe ravvisato la necessità di approfondire il livello progettuale sia degli “Assi di forza” sia del collegamento “Aeroporto – Erzelli” con una analisi trasportistica di maggiore dettaglio;
- Città metropolitana di Napoli: la proposta si limitava ad uno studio di fattibilità;
- Roma: perplessità sono state espresse sulla funzionalità del solo corridoio tramviario piazza Vittorio Emanuele II – via Lanza – largo Corrado Ricci/Museo dei Fori Imperiali in relazione alla annunciata realizzazione dell’altro corridoio Termini – Nazionale – San Pietro (già TVA);
- Palermo: il gruppo istruttore avrebbe ravvisato diverse carenze documentali. Particolari perplessità hanno destato i carichi di linea riportati (sul alcuni rami ritenuti troppo bassi per il tram) – considerando che non sarebbe stato trasmesso uno studio trasportistico esaustivo così come richiesto dall’Addendum – e la scelta di non adottare la linea aerea di contatto sull’intera rete;
- Torino: perplessità sulla proposta di realizzazione di un anello, considerato il parco attualmente in esercizio sulla linea 4 (serie 6000 “Cityway”). C’é da dire che l’Amministrazione nella domanda per i 40 nuovi tram (che si aggiungono ai 30 già finanziati) ha richiesto vetture non bidirezionali.
Clausole di finanziamento
L’accesso al finanziamento è un successo ma attenzione al rispetto di alcune clausole che il Ministero ha ritenuto opportuno inserire per garantire che i fondi possano essere adoperati come stabilità senza intoppi o ripensamenti (come purtroppo accade al cambio di colore politico di una amministrazione).
Tra l’altro, le amministrazioni dovranno:
- approvare il Pums entro e non oltre il 31 ottobre 2020: per le Città metropolitane, varrà il Pums complessivo, non quello del solo comune capoluogo;
- rispettare l’assunzione giuridicamente vincolante per l’affidamento dei lavori entro e non oltre il 31 ottobre 2022 (la data è stata spostata di un anno rispetto all’Addendum 2018, visto il ritardo subito dall’iter);
- rispettare il cronoprogramma che sarà inserito nella convenzione di finanziamento tra Ministero ed Ente richiedete (che inizieranno ad essere stipulate dal mese di aprile).
La violazione di una sola delle suddette condizioni causerà la revoca del finanziamento concesso.
Ma… cos’è un “riparto”?
Una domanda che si è rincorsa sui social in questi mesi di attesa sull’hashtag #istanzemit è cosa sia mai un riparto.
Qualcuno ha criticato l’uso di questa parola ritenendola errata. Come riporta l’enciclopedia Treccani, riparto è un sinonimo meno comune di ripartizione, sia come azione del ripartire (nel significato di suddividere), sia come effetto che risultato di una operazione. Sebbene nel significato più concreto di suddivisione fisica, sezione di un complesso industriale, commerciale, ospedaliero, ecc., o di unità organica di truppa, è ormai completamento sostituito nell’uso dalla forma “reparto” è rimasto in uso come tecnicismo contabile (ad esempio ripartizione degli utili). Qui continua ad essere utilizzato con il significato di distribuzione di una quantità iniziale (ad esempio dei titoli azionari) secondo dei coefficienti di proporzionalità (quota di riparto): ed è proprio in questo senso che è utilizzato dal MIT.
Linkopedia e documenti
Documenti
Decreto di riparto 2018 del TRM
Avviso per la presentazione delle istanze 2020
Addendum e Allegato tecnico per la partecipazione
Avviso 2018 e 1° Addendum
Progetti disponibili in rete
Bergamo, linea T2
Bologna, linea Rossa
Brescia, rete tramviaria
Firenze, linea 3.2.2.
La Spezia, proposta di potenziamento della filovia
Palermo, Sistema tram
Rimini, prolungamento del TRC/MetroMare
Roma, funivia Casalotti
Roma, funivia Magliana