Alla fine del 2010 il Dipartimento dei Trasporti Statunitense (U.S. DOT) annunciava un primo finanziamento di 25 M$ per avviare i cantieri di una nuova linea metrotranviaria lungo il principale boulevard di Detroit. In questi 2 anni, in molti tra accademici e cittadini, avevano confidato nell’opera come unica soluzione per la resurrezione della ex-Motor City: una metropoli devastata dalla crisi dell’automobile con una disoccupazione superiore al 40%, il 25% della popolazione in condizioni di indigenza, una fortissima segregazione territoriale tra i vari gruppi etnici e livelli di criminalità inaccettabili. Con i suoi 4,2 milioni di residenti Detroit sperimenta per prima il collasso del sogno urbano statunitense: prima della Los Angeles di Blade Runner oppure della New York ai tempi della Grande Crisi. Negli anni Sessanta il 70% della popolazione era costituita da una ricca borghesia WASP (White Anglo-Saxon Protestant): oggi l’80% della popolazione è costituita da neri e ispanici. La popolazione è statisticamente dimezzata e gran parte della vasta periferia è costituita da isolati disabitati e spesso arsi da incendi dolosi.
La scorsa settimana la cocente delusione: mentre il DOT annunciava oltre 14,2 miliardi di $ di finanziamenti il Comune di Detroit non compare nella lista: il metrotram è stato convertito in una rete di 3 linee di busvie (BRT). Il DOT ha ritenuto grave la situazione di dissesto delle casse municipali di Detroit, annullando l’opera da 528 M$. I 14,8 km di metrotram lungo Woodward Avenue avrebbe dovuto rimettere in moto la città, restituendo la dignità perduta alla downtown e ridandole competitività. Ma per quanto ben concepito nessun progetto tranviario può risollevare una metropoli di queste dimensioni. Un progetto esiguo a cui si chiedeva la luna: il DOT, che frettolosamente aveva dato il suo benestare nel 2010, è dovuto tornare sui suoi passi. Oggi Detroit propone 132 km di busvie verso i principali nodi della regione metropolitana: una proposta ardita (110 miglia come obiettivo finale pari a 176 km) senza specificare in dettaglio quanti km saranno di corsie esclusivamente dedicate al servizio e quanti di sede promiscua e soprattutto senza specificare le soluzioni progettuali per inserire la sede dedicata sulla viabilità esistente. Per passare la crisi ci vogliono buone idee con solide basi progettuali: Detroit è ferma alle idee e questo non pone bene per il suo futuro. Per maggiori informazioni sul progetto annullato clicca qui