«Come Regione non crediamo che questo tratto sia da considerarsi come una metropolitana, quanto invece di una linea ferroviaria. Per le caratteristiche che abbiamo riscontrato, non è altro che questo». Sergio Vetrella, l’assessore regionale ai Trasporti della Campania chiude la porta ai finanziamenti per il “metrò” di Salerno nella conferenza stampa con il presidente della Provincia di Salerno. Chiamato a intervenire nel Salone Bottiglieri della metropolitana di Salerno e sulle opere infrastrutturali previste per la provincia salernitana, l’assessore ha chiarito: «Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà chiarire se questa è da reputarsi una linea metropolitana ai sensi della legge 211 o se sia una linea ferroviaria. Secondo il contratto stipulato dal Comune e dalla Rete Ferroviaria Italiana si legge che “la tratta metropolitana Salerno stazione FS – Stadio – Arechi sarà attivata, in prima fase, all’esercizio commerciale con un sistema di esercizio a spola promiscua (con materiale diverso) con un cadenzamento a circa 60 minuti”. Solo successivamente, e con un investimento economico, sarà possibile arrivare ad un “cadenzamento a 35 minuti e, a regime, con cadenzamento a 20 minuti”. La presa di posizione ha fatto infuriare il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che ritiene la “metropolitana” un’opera fondamentale per la città.
Ma cos’è la “metropolitana” di Salerno?
Si tratta di un servizio ferroviario che dovrebbe essere attivato su singolo binario, costruito ex-novo, lungo la ferrovia Tirrenica meridionale, tra le stazioni di Vernieri-Centro Storico (già attiva) e lo stadio Arechi: 7 km con 8 fermate del tipo a marciapiede semplice tutte interne all’area urbana salernitana. Le opere sono finite da anni, ma il servizio non parte: nel maggio dell’anno scorso furono le ferrovie stesse a dire che, con i carichi previsti, gli oneri sarebbero stati maggiori dei guadagni. Eppure Salerno è una delle città più grandi del Paese: comune di 138.770 ab. ha un’area urbana estesa da Cava de’ Tirreni a Battipaglia con una popolosa appendice che risale la valle dell’Irno, oltre Baronissi e Pellizzi sino a Fisciano, dove ha sede l’Università degli Studi di Salerno. Conta 328.000 ab. (stima 1/1/2012) e un’area di 237 kmq, che diventano 708.550 ab. se si considerano anche le aree urbane contigue delle due Nocera, Mercato S. Severino e Sarno. È un’area di 534 kmq, con densità urbana (1.320 ab/kmq) in un raggio di 13 km ben compatibile con un esercizio ferroviario urbano. La riprova è stata la risposta dell’utenza alla decisione di sopprimere la Circumsalernitana: da “ramo secco” a treni sempre pieni, pur in un quadro di esercizio tutt’altro che ottimale.
Stesso successo che potrebbe avere l’attivazione di una relazione ferroviaria urbana non interna al comune di Salerno ma estesa da Nocera a Battipaglia, passando per Cava de’ Tirreni e di una seconda relazione cadenzata lungo la Circumsalernitana. Secondo le nostre stime, l’area urbana Nocera-Salerno-Battipaglia, ogni giorno è sede di 1.023.854 spostamenti: di questi l’8% è inferiore ai 5 km e l’11% superiore ai 20. La quota restante, 829.320, ricade proprio nell’area di domanda di un servizio ferroviario suburbano. Oggi la quota di spostamenti col mezzo pubblico nel salernitano è ridotta all’8% per il bus e al 3% per il treno. La linea Nocera-Battipaglia coprirebbe un bacino diretto (abitanti a 1 km dalla fermata) di 62.700 ab. pari a 74.700 spostamenti e 22.400 passeggeri/giorno (quota modale del 30%).
La Circumsalernitana copre invece un bacino diretto di 50.870 ab. pari a 60.540 spostamenti e almeno 18.100 passeggeri/giorno. In tutto 40.500 passeggeri su infrastrutture esistenti: anche se la “metropolitana” di Salerno non è una metropolitana certo non mancano i numeri per farne un servizio di successo. Le nostre stime sono state svolte assumendo un esercizio con Minuetto e frequenze di 15’ per tutto il giorno, dalle 7 alle 20, e servizio ridotto dalle 5 alle 7 e dalle 20 alle 22. Con 40.000 passeggeri/giorno un servizio di questo tipo produrrebbe addirittura degli extra in grado di sostenere anche parte dei costi del servizio di trasporto urbano su gomma. Il perché, con queste potenzialità, il servizio della “Metropolitana” di Salerno sia ancora fermo è un esempio dei legacci che – se mantenuti – non faranno mai ripartire il sistema Italia.