Il ruolo del trasporto ferroviario nel miglioramento dell’organizzazione logistica dell’industria e nello sviluppo dell’industria logistica in Italia. Questo è stato il tema su cui si è confrontato il Governo e le autorità del settore con i rappresentanti delle imprese industriali e ferroviarie nel corso del forum “Logistica e industria in treno” che si è svolto a Pietrarsa, nella sede del Museo Nazionale Ferroviario italiano.
“La cura del ferro che abbiamo impostato per il rilancio del trasporto merci – ha commentato il Ministro Graziano Delrio – trova oggi molti strumenti nuovi per la sua attuazione. In particolare, una pianificazione e programmazione nazionale da Nord a Sud, dai valichi ai porti, sostenuta da forti risorse, il robusto piano industriale di Fs, e ora Mercitalia. Questo grazie a una profonda condivisione, tra Governo, operatori e territori, perché una logistica efficace, che connette l’Italia, rappresenta un vantaggio economico e sociale, per la crescita del Paese”.
Il Ministro Delrio ha poi precisato come nel DEF (la legge di bilancio) ci saranno ulteriori 3,5 miliardi per il rinnovo del parco autobus e del parco mezzi del trasporto pubblico locale, al fine di stimolare la politica industriale. Oltre alla ristrutturazione, da fare “in tempi più veloci possibili”, il Ministro ha parlato anche di digitalizzazione, dove verranno messi a disposizione quasi 200 milioni di euro per incrementarla ulteriormente: “Uno dei mezzi che abbiamo per vincere la sfida è digitalizzare il più possibile le procedure”.
Della cura del ferro si era già parlato in agosto con lo stanziamento del Cipe per 11,5 miliardi di FSC per le infrastrutture e i trasporti, ripartiti alla Cabina di regìa, e sugli 8,9 miliardi dell’aggiornamento del contratto di programma Rfi 2016.
Il problema è che per il 90% di tratta proprio di grandi opere (tutte linee AV) mentre appena il 10% in mobilità urbana. Sono 1,35 miliardi ovvero e dovrebbero servire per “Torino, Milano, Napoli”: la sola linea 4 di Milano attende 958 milioni dallo Stato, ça va sans dire. E le altre città?
Resta poi la sproporzione con la strada: 5,8 miliardi concordati con le Regioni vanno ad aggiungersi ai finanziamenti che Anas ha già a disposizione per il potenziamento e il completamento degli assi viari. Se le città rappresentano il motore dell’economia del Paese, finquando il trasporto di massa resterà la Cenerentola dei programmi finanziari l’Italia resterà un Paese in panne. D’altro canto 1,35 miliardi non sono che “appena” 35 km di tranvie di nuova costruzione: forse una cura insufficiente a sconfiggere la cronica anemia del Paese.