Presentato oggi a Firenze nel corso del convegno organizzato da Asstra (Associazione delle società di trasporto pubblico) il quarto rapporto Isfort (in collaborazione con Audimob) sul TPL. Il trasporto pubblico aumenta la sua quota nelle grandi aree metropolitane ma perde molti utenti nei centri sotto i 100 mila abitanti. Fra il 2000 e il 2005 il numero di auto per abitante è diminuito (con punte del -9,4% a Milano e del -7,3% a Firenze e Napoli) nelle grandi aree urbane, ma ha registrato una crescita nei piccoli e medi centri (+4,8%). Il rapporto conferma alcune tendenze di fondo: la crescita della domanda di mobilità e il monopolio delle auto private. Sono in forte aumento la lunghezza e i tempi medi dei viaggi, aumentano i consumi di trasporto misurati in passeggeri/km (+14,8% rispetto al 2005), in leggero calo è invece il numero complessivo degli spostamenti. Restano preponderanti gli spostamenti di corto raggio (fino a 10 km) ma riducono il proprio peso di circa 5 punti percentuali. In breve: nelle grandi aree urbane il trasporto pubblico guadagna spazio (passa dal 28,4 del 2005 al 29,3% del 2006 come quota di spostamenti), invariato il mezzo privato (60 contro 60,1%) e in calo le due ruote (dall’11,6 al 10,6%). Nei Comuni sotto i 100 mila abitanti il rapporto Isfort registra un vero e proprio crollo sull’uso del mezzo pubblico. Si passa dal 5,4% del 2005 al 3,4% del 2006, mentre si impenna l’uso del mezzo privato che sale dall’88 al 90,8% delle quote di spostamenti. Gli utenti del mezzo pubblico sono soddisfatti di bus e metro, ma terrorizzati dal treno locale (crolla dal 6,82 del 2004 al 5,94 del 206, in una scala da 1 a 10, l’indice di soddisfazione). Per il bus il valore rimane invariato (5,93/2004, 5,91/2006) mentre è un successo per la metropolitana (da 6,49 a 7,15). Secondo lo studio Isfort, rimangono alcuni fattori di criticità. Ad esempio la velocità commerciale del mezzo pubblico, seppur di poco, continua a diminuire (da 15,8 km/h nel 2005 a 15,3 km/h nel 2006) mentre cresce lievemente la velocità del mezzo privato (da 24,2 a 24,5 km/h). Fra le altre qualità attribuite agli italiani, se ne aggiunge una nuova: sono maratoneti. Infatti sono il 33,9% gli italiani che nel 2006 hanno scelto di muoversi a piedi o in bicicletta, il valore più alto in assoluto rispetto dal 2000. I pedoni sono stati nel 2066 il 28,1% contro il 26,3 del 2005. I ciclisti hanno rappresentato il 5,8% contro il 4,8%. Infrastrutture dedicate, servizi, rinnovo del materiale rotabile: è attorno a questi punti, suggerisce il rapporto Isfort, che può utilmente svilupparsi una politica per ampliare e qualificare l’offerta di mobilità collettiva. Agli italiani è possibile trasmettere subito un segnale positivo, se ognuno degli attori saprà assolvere alla propria parte: le amministrazioni locali programmando meglio gli interventi sul trasporto urbano, e applicando con più determinazione le misure strutturali per la mobilità sostenibile; il sistema delle aziende accelerando i processi di razionalizzazione e di accresciuta efficienza.