Un treno è deragliato all’entrata della stazione a Santiago di Compostela (Galizia). Al momento i morti sono almeno 78 e circa 150 i feriti, ma molti passeggeri sono ancora incastrati tra le lamiere. L’incidente è avvenuto in una curva all’altezza del viadotto Angrois AP-9. A bordo circa 240 persone. Nell’incidente sono rimasti coinvolti tutti e 13 i vagoni che compongono il convoglio: per la dinamica vi rimandiamo al grafico pubblicato dal quotidiano El Pais. ¡Somos humanos!. Il macchinista, estratto dalle macerie, ripetendo “Siamo umani, siamo umani” avrebbe ammesso di essere entrato nella stretta curva prima dell’Angrois a 190 km/h. Oltre il doppio della velocità permessa (80 km/h). La curva, che segna l’ingresso alla città di Santiago de Compostela segue un lungo rettifilo di 132 km che inizia dalla nuova stazione AV di Ourense AVE.
La linea Ourense-Santiago è il tratto terminale della linea AV che unisce Madrid alla Galizia. Il nodo di Santiago è rimasto invariato: la linea storica percorre una serie di anse che cingono un denso abitato. L’elevato costo degli espropri è stato uno dei motivi che hanno indotto il Governo a preferire l’innesto dei treni AV sulla linea storica alla realizzazione di un viadotto (la galleria era stata scartata già in prefattibilità per l’ineconomicità in rapporto ai flussi di progetto). Questo costringe i treni a scendere da 330 km/h dalla velocità di picco della piana di Ourense a 80 km/h in 20 km (in un intervallo di tempo di circa 6 minuti e mezzo). La linea dove è avvenuto l’incidente non è equipaggiata con sistema ERTMS (European Rail Traffic Management System) ma con il più tradizionale ASFA (Annuncio di Segnale e Freno Automatico), il sistema di controllo più utilizzato nella rete spagnola. Il treno viene arrestato automaticamente se il segnale non è rispettato: è un sistema puntuale e non continuo. Sembra probabile che la zona dell’incidente non fosse coperta: sarà compito della Magistratura fare luce sulle cause che hanno portato al peggior incidente ferroviario spagnolo degli ultimi 69 anni. Per un evento di questo portata bisogna risalire al 1944, quando nella galleria di Torre del Bierzo nella provincia di Léon si scontrarono due convogli causando un numero imprecisato di morti (tra i 200 e i 550 secondo le fonti). Era il 1944, annus horribilis per le ferrovie con il più grave – e dimenticato – incidente della storia ferroviaria del secondo dopoguerra: l’incidente del treno 8017, quando nella galleria delle Armi presso Balvano (PZ), 521 persone morirono avvelenate dal monossido di carbonio sprigionato dalla locomotiva a vapore.